Corriere della Sera - La Lettura
Le famiglie della Calabria i
A Castrovillari la 24ª edizione di «Primavera dei «Esploriamo un luogo problematico»
Saverio La Ruina (Castrovillari, Cosenza, 1960; qui sopra), attore e regista, ha fondato nel 1992 con Dario De Luca la compagnia Scena Verticale. Tre volte Premio Ubu, tra i suoi più recenti lavori si ricordano Masculu e fìammina (2016); Mario e Saleh (2019), diventato nel 2021 Saverio e Chadli vs Mario e Saleh; Via del Popolo (2023). Dal 1999 è direttore artistico del Festival Primavera dei Teatri L’appuntamento La 24ª edizione di Primavera dei Teatri, festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea diretto da Saverio La Ruina, Dario De Luca, Settimio Pisano e Tiziana Covello, si terrà a Castrovillari dal 23 maggio al 2 giugno. Oltre 55 eventi: teatro, danza, musica, performance, workshop. Programma su: primaveradeiteatri.it. Novità di questa edizione è Prima, esperimento di piattaforma internazionale con l’obiettivo di contribuire al percorso creativo di giovani artisti e artiste che operano nell’ambito della danza e della performance
La XXIV edizione di Primavera dei Teatri a Castrovillari (Cosenza), da giovedì 23 maggio al 2 giugno, eroico, combattivo, meritorio festival che sotto la direzione artistica di Saverio La Ruina e Dario De Luca, e quella organizzativa di Settimio Pisano e Tiziana Covello, trasforma il borgo ai piedi del Pollino in un cantiere-laboratorio del teatro di ricerca. «Novità di quest’anno — anticipa La Ruina —è Prima, una piattaforma internazionale dedicata a danza e performance (23-27 maggio). Per quanto riguarda la programmazione propria del festival, al via dal 27 maggio, abbiamo investito molto sulla nuova generazione di autori e autrici alle prese con la complessità e le criticità della società contemporanea».
Il tema della famiglia, «che in Italia — afferma La Ruina — più che in altri luoghi, nel bene e nel male, crea problematiche», è al centro di più d’una riflessione drammaturgica. Spezzata, di Fabio Pisano, con Mariangela Granelli e la regia di Livia Gionfrida, racconta la storia di una donna condannata alla pena capitale per omicidio. «Cara», «cordialmente», sono le espressioni riportate nella lettera con cui le viene comunicato che morirà, eppure sono anche le uniche d’affetto mai ricevute nella sua vita. Una vita alla mercé di una madre psichicamente instabile e di un patrigno da cui subisce abusi. In La morte ovvero il pranzo della domenica, regia e drammaturgia di Mariano Dammacco con Serena Balivo, una donna non più giovane va al pranzo della domenica con i vecchi genitori e il tema principale dei discorsi è la morte: si fanno i conti con il momento finale e con il dopo. Tutta colpa di Ugo, drammaturgia e regia di Elvira Scorza, si inserisce nella riflessione sulle colpe dei padri che continuano a camminare nelle vite dei figli, raccontando la storia di Iole e Carlo, due fratelli cresciuti nell’ombra dell’abuso taciuto. Mare di ruggine, testo e regia di Antimo Casertano, è un racconto familiare lungo 5 generazioni, che viaggia in parallelo con le vicende dell’ex Ilva, e diventa storia collettiva. La vita in famiglia è il serbatoio di ogni nevrosi anche per Lorenzo Guerrieri e Niccolò Fettarappa che con Maria Anolfo fanno parte della compagnia Bruttipensieri: Zitto Peter! è una sitcom psichedelica sulla necessità di abolire la genitorialità.
Al festival anche Kepler-452 (Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi): il loro Album si incardina su «ricordo» e dimenticanza»; Marco Sgrosso sceglie invece l’ironia di Thomas Bernhard per scandagliare in A colpi d’ascia. Una irritazione perfidie e ipocrisie dell’ambiente artistico dell’amata/odiata Vienna. Ismene. Family Affairs di Ghiannis Ritsos, con Massimo Bevilaqua e Flavia Pezzo (nella foto in alto di Stefano Ridolfi) e la regia di Fulvio Cauteruccio, omaggia la resilienza con cui le donne affrontano le sfide del contemporaneo.