Corriere della Sera - La Lettura
La scultura èin giardino
Sempre più spesso celebri residenze aristocratiche inglesi affollano i parchi di installazioni sorprendenti. Ci sono i ragni di Louise Bourgeois, le statue biomorfe di Tony Cragg, gli umani a grandezza naturale di Sir Antony... Sullo sfondo magioni che so
Il nero ragno lucente di Louise Bourgeois sembra voler ghermire le linee neoclassiche di Compton Verney, la magione nobiliare del Settecento che si staglia nella campagna del Warwickshire: il cortocircuito fra vestigia del passato e sguardo contemporaneo fa da filo conduttore a tutta una serie di installazioni di arte moderna sorte in questi mesi nei parchi attorno alle più celebri residenze aristocratiche inglesi.
A marzo è stato inaugurato a Compton Verney il complesso di sculture di cui fa parte il ragno: i lavori di otto artisti contemporanei (quasi tutte donne) sono disseminati nella tenuta, che è essa stessa un’opera di Land art. Il paesaggio attorno a Compton Verney venne infatti accuratamente modellato nel 1768 da Lancelot «Capability» Brown, l’architetto di esterni inglese che inaugurò il gusto per un ambiente «finto naturale» fatto di boschetti, fiumi e ponticelli.
È passeggiando in questo «paesaggio utopico» da idillio settecentesco che ci si imbatte nelle installazioni contemporanee: opere concepite originariamente per essere esposte in spazi chiusi e che acquistano una valenza nuova e diversa nell’essere collocate en plein air, oltre a portare nuove voci e punti di vista in un contesto carico di echi storici.
È una riappropriazione dello spazio e allo stesso tempo un rovesciamento della sua prospettiva: sulla collina si stagliano le bandiere africane di Larry Achiampong, come in un ribaltamento della vicenda coloniale, mentre più sotto si passa accanto al monumentale steccato di Augustas Serapinas, la cui struttura in legno vuole richiamare i villaggi contadini distrutti per far posto alla risistemazione del paesaggio.
Così la scelta di artiste donne intende volutamente bilanciare lo sguardo architettonico del passato, modellato su quel
lo maschile. E l’installazione più provocatoria, di fronte alla facciata monumentale di Compton Verney, è quella dei Piss Flowers di Helen Chadwick, ottenuti dall’artista urinando nella neve. Una dissacrazione ironica del paesaggio campestre che si fa quasi fumettistica nel Perceval di Sarah Lucas, un gigantesco cavallo blu che tira un carretto carico di enormi zucchine: un finto ritorno alle origini che in qualche modo corona la «natura ideale» di «Capability» Brown.
Una dimensione quasi metafisica viene aggiunta invece a Houghton Hall dalle statue di Antony Gormley: 100 figure umane a grandezza naturale disseminate per più di 120 ettari nel parco che circonda la residenza in stile palladiano, dalle parti di Norfolk, in cui tuttora vive il marchese di Cholmondley con la sua famiglia. Le sculture sono collocate tutte allo stesso livello, con quella posta nell’ingresso del palazzo a fare da «punto zero»: per cui, a seconda dell’andamento del terreno, alcune risultano interrate fino al collo, altre a metà busto e altre ancora collocate invece su piedistalli, la più lontana a stento visibile, a oltre due chilometri dalla magione.
Ne risulta un’inquietante foresta antropomorfica che immerge l’architettura di Houghton Hall in un’atmosfera irreale: «L’arte ha finora privilegiato l’oggetto piuttosto che l’esperienza che l’oggetto può avviare — ha spiegato Gormley —. Time Horizon (questo il nome dell’installazione, ndr) non è un quadro, è un campo e tu ci sei dentro. L’opera mette l’esperienza del soggetto/visitatore/protagonista sullo stesso piano di tutte le presenze materiali, organiche e inorganiche. La qualità della luce, il periodo dell’anno, la situazione del tempo e la condizione della tua mente, corpo e anima sono tutte implicate nel campo, come lo è ogni risultanza dell’attività umana già compiuta così come la pletora di forme di vita che circonda il palazzo». Un’opera d’arte totale, se vogliamo, che nasce all’intersezione dell’intervento contemporaneo su una residenza storica e indaga in questo modo la complessa relazione che intercorre tra il corpo umano e lo spazio.
Ancora più organico è il rapporto fra le sculture di Tony Cragg e le forme monumentali di Castle Howard, forse la più famosa tra le residenze nobiliari inglesi di campagna, nota al grande pubblico per essere stata il set tv di Ritorno a Brideshead e Bridgerton. Si tratta della prima mostra contemporanea mai allestita a Castle Howard e presenta lavori su ampia scala, alcuni dei quali mai esposti in Inghilterra, realizzati con i materiali più diversi, dal bronzo all’acciaio, dall’alluminio alla fibra di vetro: le opere sono state collocate sia nell’immenso parco che all’interno delle sale della residenza.
In entrambi i casi, è stupefacente notare come le forme astratte ma biomorfe di Cragg si sviluppino quali prosecuzioni naturali del paesaggio circostante e come finiscano per interagire con gli interni classici della magione aristocratica. «All’interno del meraviglioso paesaggio e dell’architettura storica di questo posto — ha commentato l’artista — è interessante vedere come trovino posto forme nuove e contemporanee e quale ruolo possano svolgere». Aggiunge il curatore, Jon Wood: «Le sue opere sono sempre dinamiche, animate da movimento, cambiamento e trasformazione: siedono in maniera coinvolgente nel parco di Castle Howard, con i suoi magnifici giardini, boschi e laghi, gli interni storici e la collezione di antiche sculture, e ci invitano a vedere il passato attraverso il presente e a guardare al mondo in modo nuovo».
Anche a Londra ha preso piede in queste settimane la voglia di installazioni artistiche moderne negli spazi aperti tradizionali. Ai Kew Gardens sono state inaugurate le sculture monumentali di Marc Quinn, una riflessione sul rapporto tra le persone e la natura; mentre a Kensington Gardens, vicino alla Serpentine Gallery, è stata svelata Strip-Tower, una scultura su larga scala del tedesco Gerhard Richter.
L’arte contemporanea ha davvero trovato in Inghilterra un nuovo rapporto con il tempo e lo spazio e una nuova dimensione.