Tutto un altro Giro
Dopo tre anni il gran finale della gara torna in città Sulle strade più folla e passione della «crono» in Duomo
Per due chilometri si trovavano soltanto posti di seconda o terza fila. L’arrivo del Giro d’Italia a Milano è stata una grande festa da tutto esaurito con i biglietti venduti, come sempre in questo sport, a zero euro. Civilmente accalcati contro le transenne ma anche arrampicati su alberi, camper, vecchie cabine del telefono, decine di migliaia di milanesi si sono goduti il ritorno della corsa rosa nella città con l’arrivo in corso Sempione. E lo spettacolo è stata altra musica rispetto all’algida «ultima volta», quando (era il 2012) la corsa arrivò in piazza Duomo con una cronometro individuale, prova bella ma troppo «tecnica » per essere amata dal grande pubblico. Poi il Giro e Milano divisero le loro strade (la corsa non sfiorò nemmeno la sua sede storica) per tornare finalmente ad unirsi.
Ieri lo spettacolo è stato vero, palpitante, gioioso. Un po’ perché il circuito disegnato dagli organizzatori ha permesso di vedere sette passaggi dei corridori in meno di un’ora, ad altissima velocità. Un po’ perché i corridori, com’è accaduto sempre in questo Giro d’Italia, ci hanno messo del loro per scombinare il copione della vigilia: il belga Iljo Keisse e l’australiano Luke Durbridge (due passisti di grandissima qualità) sono riusciti nell’impresa più unica che rara di evitare la volata di gruppo, anticipando gli sprinter con un attacco da lontano. E l’inseguimento del plotone ai fuggitivi ha tenuto tutti col fiato sospeso fino alla linea del traguardo, dove i due sono arrivati con nove piccolissimi secondi di vantaggio.
Sul circuito c’erano appassionati di tutte le età ma soprattutto famiglie e giovani, molti cicloamatori, tantissime biciclette: la chiusura al traffico di parecchie strade, oltre al circuito finale, ha permesso a tutti di arrivare a Corso Sempione in sicurezza e godendosi una Milano diversa, a misura d’uomo. Una Milano amatissima anche da Alberto Contador, il grande vincitore dell’edizione 2015. «Per me – ha detto il Pistolero, raggiunto dalla moglie Macarena – questa è una città speciale dove, nel 2008 e nel 2011, ho festeggiato due delle vittorie più belle e importanti della mia carriera».
Soddisfatto anche il Giuliano Pisapia. «Questa è la casa del ciclismo - ha detto il sindaco – e il ritorno in città è una vittoria ottenuta grazie a un lavoro di squadra e alla ottima collaborazione di tutti.
Milano ha accolto con una grande festa il vincitore Alberto Contador che aggiunge questa vittoria del Giro a quella ottenuta nel 2008, dimostrando doti, capacità e tanta determinazione». Pisapia si è complimentato con Contador ma anche con Fabio Aru, le cui prestazioni in montagna ha definito epiche.
La festa è terminata con le premiazioni dei vincitori sul palco ma anche con una sorta di «open party» a largo Domodossola, dove erano parcheggiati i bus dei team. Centinaia di tifosi hanno raccolto autografi ma anche borracce, cappellini e, i più fortunati, magliette e guanti. Il ciclismo sa essere generoso con chi lo ama. Il prossimo settembre sapremo se il ritorno del Giro a Milano può essere considerato stabile o se la sede di arrivo finale della corsa rosa continuerà a ruotare.