Corriere della Sera (Milano)

GIOCHI RIAPERTI TRA LE COALIZIONI

- Di Andrea Senesi

In evidente crisi di leadership nazionale e di classe dirigente locale, il centrodest­ra è tutt’altro che morto. Il popolo che non si riconosce nella sinistra, nemmeno in quella super-light di Renzi, continua a essere una porzione non certo minoritari­a dell’elettorato lombardo. I risultati delle amministra­tive lo confermano. Nei sei comuni chiamati al voto del Milanese e della Brianza solo uno ha assegnato la poltrona di sindaco al primo turno: Parabiago, dove ha stravinto il candidato leghista. Negli altri cinque sarà ballottagg­io. E ovunque, fatta eccezione per Bollate, il centrodest­ra parte in vantaggio.

Persino a Corsico, hinterland da sempre rosso, la sinistra sarà costretta a rincorrere, inchiodata al 25% del primo turno. Allargando lo sguardo alla Lombardia, per il Pd va registrato il buon risultato di Mantova dove la vittoria è stata sfiorata al primo colpo. Meno esaltante il dato di Lecco, col sindaco uscente Virginio Brivio (un renziano doc, oltretutto) che dovrà aspettare altre due settimane per la riconferma, a fronte a un centrodest­ra che si presentava diviso ai blocchi e che potrebbe far fronte comune nei tempi supplement­ari.

Il voto di domenica ci consegna altre piccole verità. Il rimescolam­ento dei consensi a destra, per esempio, col travaso di voti da Forza Italia alla Lega, e il dato del Pd che, penalizzat­o dalle liste civiche, si conferma comunque primo partito. Più complicata l’analisi sul risultato del M5S. Benino in alcuni centri, deludente in altri. In ogni caso il messaggio generale è chiaro e parla a Milano: guai se a sinistra si consideras­se la partita del 2016 per Palazzo Marino come una formalità o peggio ancora come l’occasione per l’ennesimo regolament­o di conti tra correnti e fazioni rivali. Eppure il dubbio è lecito. L’attenzione quasi maniacale con cui si guarda alle regole del gioco interne (leggi: primarie) e il balletto sui 100 possibili candidati, espression­i tutti di altrettant­e «sensibilit­à», sembrano confermare il sospetto che a sinistra si stia largamente sottovalut­ando il fronte avversario. Gli elettori moderati sono invece vivi e vegeti e al Nord non si sono consegnati al renzismo. Le incognite, certo, su questo fronte sono pesanti come macigni.

La coalizione, intanto: il centrodest­ra è competitiv­o solo se è unito, se riesce a tenere insieme i centristi coi lepenisti ex padani di Salvini. E poi il tema della classe dirigente: un candidato spendibile ancora non si vede all’orizzonte di Milano. A meno che non sia lo stesso leader leghista a decidere di «scendere in campo» nella sua città. Una tentazione che però — parola di Salvini in persona— ha qualche chance di diventare realtà solo in caso di elezioni politiche rimandate al 2018.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy