Visite guidate
Nuovi itinerari di architettura (anche in inglese)
L’architettura milanese moderna ha fatto scuola nel mondo. Raramente i milane s i ne sono consapevoli. In loro aiuto da dieci anni ci sono gli itinerari organizzati dall’Ordine. Che in occasione di Expo sono stati potenziati Gli «Itinerari di Architettura Milanese» nascono una decina d’anni fa per volere dell’architetto Maurizio Carones all’epoca consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano e oggi direttore della collana editoriale omonima. L’idea è quella che tutti possano conoscere, toccare con mano e visitare — anche internamente — le architetture moderne e contemporanee normalmente trascurate nelle visite turistiche tradizionali. Partiti in sordina, gli itinerari sono cresciuti negli anni fino a raggiungere un corpus ponderoso: una cinquantina di proposte suddivise per autori, materiali (la pietra, il cemento, il vetro, l’acciaio), destinazioni d’uso (edifici residenziali, uffici, università, luoghi di culto) e zone della città. In occasione del semestre di Expo, l’Ordine degli Architetti di Milano ha potenziato e messo a sistema questo
repertorio. Ne parliamo con l’arch. Valeria Bottelli, presidente dell’Ordine dal 2013.
Perché avete investito tanto in questo progetto?
«Ciò che ci sta più a cuore è far conoscere il patrimonio architettonico ai non addetti ai lavori. L’architettura è di tutti, dell’uomo della strada, di chi la vive, di chi ci lavora. Se si conosce e si apprezza si impara anche a proteggerla e
a rispettarla».
Quali sono le novità in occasione di Expo?
«Abbiamo ribattezzato gli itinerari “Architectural Walks in Milan” perché ora sono disponibili anche in lingua inglese così come le brochure che li descrivono scaricabili gratuitamente al sito www.ordinearchitetti. mi.it».
Che cosa prevede il programma?
«Ogni settimana due itinerari, solitamente il giovedì e il sabato dalle 17 alle 20. I prossimi saranno il 4 giugno sull’architettura del dopoguerra e il 6 giugno in cui si esplorerà l’opera di Piero Bottoni».
Perché l’architettura milanese moderna è così importante?
«Perché costituisce un caso unico al mondo, conosciuto come “il modello Milano”, studiato nelle università italiane e internazionali. Gli anni che vanno dal 1930 al 1970 hanno segnato un’epoca d’oro di cui troppo spesso i milanesi ignorano il valore. Maestri del calibro di Ponti, Caccia Dominioni, Asnago, Vender, Bottoni, Muzio, Portaluppi, Magistretti, Albini, Gardella, Zanuso sono solo alcuni tra i protagonisti di quell’epoca prolifica e felice».
E oggi?
«Stiamo vivendo un periodo di grande fermento. Lo definirei lo stato 2.0 dell’architettura milanese. Negli ultimi anni Milano è cambiata radicalmente ed è tornata a essere all’avanguardia. A prescindere dal giudizio estetico che si dà ai singoli interventi questo fermento è di per sé positivo. Oggi i milanesi sono più orgogliosi di vivere qui; essere testimoni di trasformazioni così profonde li incuriosisce e li rende più partecipi del dibattito sul futuro della loro città».
Orgoglio con giudizio «Stiamo vivendo un momento di grande fermento: Milano è tornata all’avanguardia»