Le elezioni scuotono le certezze pd Gelmini: Salvini sciolga la riserva
L’appello degli azzurri: chiarezza sul candidato sindaco. Il Pd: niente più errori
Dopo che il centrodestra ha conquistato 9 comuni su 14, l’invito arriva dalla stessa Forza Italia: Salvini «sciolga quanto prima la riserva» sulla sua candidatura a sindaco. «Il responso uscito dai ballottaggi è chiaro — esulta la coordinatrice di FI Mariastella Gelmini —. Su Milano anche la candidatura di Salvini è assolutamente rilevante». E il pd Alfieri: basta errori fino alle Comunali 2016.
Matteo Salvini « sciolga quanto prima la riserva» sulla sua eventuale candidatura a sindaco nel 2016. Il risultato di questa tornata elettorale, che ha visto il centrodestra conquistare 9 comuni su 14 al voto, rilancia con forza il nome del leader leghista per la corsa a Palazzo Marino. La novità è che è la stessa Forza Italia ora a sollecitare Salvini. «Il responso uscito dai ballottaggi è senza sfumature: vince il centrodestra — esulta la coordinatrice lombarda Mariastella Gelmini—. La favola del renzismo si è arenata nelle secche della realtà». Tracciando un possibile profilo del candidato sindaco di Milano, l’ex ministro spiega che Forza Italia è «assolutamente aperta» a candidati espressione della società civile («ma non vedo la fila», confessa), oltre che a «figure politiche». Ma «su Milano anche la candidatura di Salvini andrebbe presa in considerazione, perché assolutamente rilevante». Da qui l’appello a «Matteo», perché «sciolga quanto prima la riserva e si faccia chiarezza». «Milano credo venga prima di Roma e l’importante e che non si arrivi in ritardo o all’ultimo alla scelta». Escluso invece, dalla stessa Gelmini, per ora, un ricorso alle primarie.
Se a destra si riaccendono le speranze — Riccardo De Corato (FdI) parla addirittura di «prove generali per la vittoria del centrodestra a Milano» — i dem si dividono fra autocritica e soddisfazione. Il segretario regionale Alessandro Alfieri dice che «in Lombardia è una vittoria, perché strappiamo Mantova e ci confermiamo a Lecco. E vinciamo a Segrate, roccaforte azzurra». La partita di Palazzo Marino, invece, «è molto aperta e non bisogna commettere errori. Un passo alla volta, facendo le cose per bene, vinceremo noi a Milano».
La vittoria storica di Segrate, altro elemento da non sottovalutare in chiave milanese, è firmata da un esponente «civico» eletto al Pirellone due anni fa nella lista di Umberto Ambrosoli. Paolo Micheli, che lascerà il Consiglio regionale per fare il primo cittadino, assicura: «Sarò il sindaco di tutti, di una città che ha scelto di cambiare, ma soprattutto di una città che ha votato solo a metà (l’affluenza è stata del 49,1 per cento, ndr). E il nostro impegno sarà proprio quello di dimostrare che si può cambiare, e si può lavorare per crescere e migliorare». Gli fa eco Umberto Ambrosoli: «Lecco e Segrate sono due punti di soddisfazione per il Patto Civico, ma su uno sfondo di amarezza: non si può gioire quando la partecipazione al voto scende addirittura sotto il 50 per cento».
« Non ha vinto nessuno » , l’analisi invece dei grillini. «Con questo astensionismo — dice Dario Violi, consigliere regionale cinque stelle — è incomprensibile la gara patologica tra partiti a dichiarare la propria vittoria». Astensionismo o meno, il centrodestra è in festa a Corsico, dove, dopo 70 anni può entrare in municipio dalla porta principale. «Ero sicuro di vincere — spiega il neo sindaco Filippo Errante —. Il mio è il primo governo di centrodestra nella storia di Corsico, ne sono orgoglioso. Mi auguro di poter dare ottimismo e speranza, valori mancati negli ultimi anni».
Micheli C’è una larga parte di città che non ci ha votato. Anche per loro dovremo lavorare e tenere fede agli impegni
Errante Il mio è il primo governo di centrodestra nella storia di Corsico e ne sono orgoglioso. Ripartiamo dalla normalità