Viaggio (al buio) nella Vuccirìa. Seguendo solo una voce
Il percorso organizzato dall’Istituto dei Ciechi a Palazzo Italia. Con l’aiuto di sei non vedenti
Marinella ti porta oltre la tenda. «Tieni le mani appena davanti a te — dice — ma non troppo alte. Tipo ombelico va bene. Distanziate quanto le anche. Ci sei? Ecco, adesso segui la mia voce». Il buio è di un nero totale, ma la sua bella voce in effetti è un faro. Non che sia facile starle sempre dietro. Lei parla a quel volume basso che usano i tranquilli di cuore, e a volte la perdi, sommersa ora dall’urlo «zucchineee» e ora da quello di una donna che chiama qualcuno. Ma poi la ritrovi sempre, Marinella. Che in quel buio ti guida. Lei che adesso ha poco più di 40 anni e da quando ne aveva 28 è cieca.
È una delle esperienze più intense che si possono fare nel gran teatro dell’Expo: attraversare la Vuccirìa di Palermo, quel mercato di pesce frutta e verdura affollato come un suk e trasformato in capolavoro da Guttuso, ma come appunto l’attraverserebbe un cieco. Succede al secondo piano di Palazzo Italia. Dove l’Istituto dei Ciechi, dopo la gaffe con cui l’incarico era stato loro dapprima affidato addirittura mesi fa e poi revocato per asserita mancanza di fondi, ha infine realizzato questo che in realtà è il seguito naturale del Dialogo nel Buio, il percorso analogo attivo ormai da anni in via Vivaio.
Come in quel Dialogo — molto più lungo di questo — le regole sono poche ma veramente capaci di segnarti: buio totale, un dedalo di bancarelle in cui muoverti, ostacoli di ogni genere a complicarti la strada, ma anche un labirinto di odori e cose da toccare, rumori da riconoscere, e insomma sensi da (ri)attivare. Con l’aiuto, per fortuna, di sei non vedenti come Marinella a guidarti. Più altri volontari a spiegarti le istruzioni. Nelle lingue che vuoi.
«Il percorso qui è sdoppiato per poterlo fare con due piccoli gruppi contemporaneamente. Perché se un cieco può condurre