I ragnetti in groppa a mamma tarantola
Quella della Taranta è la notte più folle dell’estate salentina. Si danza al suono di una musica incalzante, nel rispetto pieno di un’antica tradizione popolare. L’inizio di tutto è quel bellissimo ragno che è la tarantola mediterranea detta anche ragno lupo. Con i suoi 6 centimetri di diametro (zampe incluse) è forse il più grande ragno del nostro Paese. Interessante è il suo comportamento parentale. La tarantola non depone le uova a terra, ma le porta con sé tutte insieme in un bozzolo sericeo. Quando si schiudono, i ragnetti se ne stanno abbarbicati sulla groppa materna che brulica di occhietti e zampe. Ce ne stanno anche un centinaio. Mamma tarantola non se ne occupa né se ne preoccupa. I figli sono solo geni da disseminare nell’ambiente. Dopo la schiusa delle uova, mamma tarantola si mette in moto col suo fardello irrequieto e instabile. Si muove guardinga ma decisa e di tanto in tanto la si vede arrestarsi un attimo. Ed è lì, nel punto di quella brevissima sosta che farà scendere dal dorso un po’ di figli. Probabilmente fa le fermate dove ci sono le condizioni adatte a garantire la sopravvivenza al suo importante carico. Con tutto questo tuttavia non ha nulla a che fare il rito della Taranta, che nasce invece dalla credenza popolare che il suo morso (doloroso ma innocuo) provocasse il tarantismo, sorta di epilessia di probabile origine psicosomatica. Solo saltando e sudando si pensava che ci si potesse liberare dal male ed ecco dunque nascere danze e generi musicali dai nomi allusivi come taranta, tarantella, pizzica.