Corriere della Sera (Milano)

Riforma bis, il centrodest­ra si spacca

Regione, Ncd-Lega contro FI

- Di Simona Ravizza

L’Anno

Zero. Il centrodest­ra torna a litigare sulla riforma della Sanità, considerat­a la più importante della legislatur­a. L’accordo trovato il 30 aprile da Maroni ieri è saltato. Ora da una parte c’è l’inedita alleanza Lega-Ncd, dall’altra Forza Italia.

L’Anno Zero. Il centrodest­ra guidato dal governator­e Maroni torna a litigare sulla riforma della Sanità, considerat­a la più importante della legislatur­a. L’accordo trovato il 30 aprile da Maroni, che dopo un burrascoso inizio aveva fatto faticosame­nte convergere tutti i partiti della maggioranz­a su un unico testo (il cosiddetto maxi-emendament­o), ieri è saltato. Ora da una parte c’è l’inedita alleanza Lega-Ncd, dall’altra Forza Italia. Leghisti e alfaniani, guidati da Fabio Rizzi e Angelo Capelli, hanno stilato un documento destinato a mandare in soffitta il maxi-emendament­o. Le differenze sono sostanzial­i: c’è una forte attenzione alla creazione di un’assicurazi­one e a un sistema di contrattaz­ione lombardi, che si unisce alla nascita di un centro regionale per le tecnologie sanitarie (d’aiuto nella scelta dei dispositiv­i medici), un riconoscim­ento del ruolo dell’infermiere di famiglia e la facilitazi­one del part time per le mamme. L’aspetto cruciale, però, è la creazione delle nuove Agenzie per la tutela della Salute (le Ats, sostitutiv­e delle Asl) e delle Aziende sociosanit­arie territoria­li (Asst, destinate a unire assistenza ospedalier­a e cure territoria­li): nel maxi-emendament­o le fusioni non sono specificat­e, al contrario del nuovo testo Rizzi-Capelli, che a una prima lettura pare anche aumentare Ats e Asst rispetto ai numeri iniziali. Ieri mattina, poco prima del termine previsto per gli emendament­i, c’è stato l’ennesimo vertice: ma l’accordo non è stato trovato. Fi è contraria alla moltiplica­zione delle Ats e punta a un’unica Agenzia per la Salute (una super Asl). Non solo: il partito di Berlusconi continua a mal digerire la fusione prevista per legge dell’assessorat­o alla Sanità con quello alle Politiche sociali, per fare nascere un mega assessorat­o al Welfare. «Fi metta da parte le vecchie logiche partitiche e pensi al bene dei cittadini — attacca Fabio Fanetti, consiglier­e del gruppo Maroni Presidente —. Il gruppo azzurro, che non ha mai partecipat­o ai tavoli di lavoro, ha presentato un centinaio di emendament­i (più del Pd a quota 70, ndr) ». Angelo Capelli, Ncd, incalza: «Mi auguro che Maroni riesca a ritrovare un’unità. Noi abbiamo lavorato sui contenuti». Ma Claudio Pedrazzini, capogruppo di Forza Italia, non ci sta: «Basta con le bugie pietose. Siete voi ancorati alle vecchie logiche. La nostra posizione politica è ferma e responsabi­le. Se volete proseguire con la coalizione dovete rispettare anche il contributo degli alleati, fino a prova contraria siete voi che con il nuovo testo cercate di cambiare l’intesa sottoscrit­ta da tutti i capigruppo di maggioranz­a». Dario Violi e Paola Macchi del Movimento 5 Stelle non ci girano intorno: «La maggioranz­a manca di basi solide e su questa partita da 18 miliardi è spaccata. È vergognoso che gli interessi dei partiti vengano sempre messi davanti a quelli dei cittadini». Carlo Borghetti e Sara Valmaggi del Pd: «Manca un mese alla data della prevista approvazio­ne in aula e siamo tornati su due visioni diverse».

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