Corriere della Sera (Milano)

Un Vortice contro l’inquinamen­to

- Chiara Vanzetto

Cinque isole di plastica galleggian­o negli oceani del pianeta: sono i «garbage patch», o chiazze di spazzatura, una superficie di circa 16 milioni di metri quadri. Un disastro ecologico immenso che si passa volentieri sotto silenzio. Non la pensa così Maria Cristina Finucci, artista cosmopolit­a, che da qualche anno dedica la sua energia a questo tema e ne diffonde la conoscenza a livello internazio­nale. Non con i linguaggi espressivi della tradizione ma con modalità nuove e attuali: video, installazi­oni, performanc­e, workshop, social network. Un percorso che dopo Parigi, Venezia, Madrid, Roma, New York, ora è approdato a Milano: inaugurato ieri il suo intervento site specific «Vortice» nello spazio di Folli 50.0, cantiere culturale che Fondazione Bracco ha aperto in aprile con il collettivo Mostrami nella storica sede dell’azienda farmaceuti­ca a Lambrate ( fino al 31 ottobre, via Folli 50, ingresso libero, giovedì ore 15-21, venerdì 15-23, sabato 11-23, domenica 11-21, www.folli50.it).

«Vortice» è una spirale coloratiss­ima alta 7 metri, composta di milioni di tappi in plastica racchiusi entro reti per frutta e verdura: tutto materiale di riciclo, raccolto dagli studenti dell’Ateneo Roma3 coinvolti dall’autrice. Sostenuta da un’anima d’acciaio e nascente da un cerchio d’acqua, la scultura fa parte del progetto «Wasteland», diretto da Paola Pardini. Progetto in cui si muovono i gesti artistico-ecologici di Maria Cristina, in particolar­e il programma «The Garbage Patch State»: grazie ad una performanc­e all’Unesco di Parigi nel 2013, piantando una simbolica bandiera in semicerchi­o di materiali plastici l’artista ha dato dignità di «stato federale » agli agglomerat­i di immondizia (www.garbagepat­chs tate. org) . « Mancava un’immagine iconica di questa realtà. Da artista la descrivo in modo non realistico ma creativo. Ogni azione che compio è come una penne ll a t a di un’unica opera: dissemino indizi nello spazio e nel tempo perché le persone ne ricostruis­cano la propria visione». Il lavoro di Maria Cristina costruisce consapevol­ezza attraverso l’arte. Il suo «Vortice» è una forza che si può leggere in due modi: un tornado che ripulisce gli oceani, o che li devasta. Sta a noi e ai nostri comportame­nti, dice, che la forza sia «buona» oppure no.

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