Trovesi sulla Montagna magica
Il clarinettista omaggia Thomas Mann con l’orchestra dei Pomeriggi
La rassegna «I pomeriggi d’autore», proposta al teatro Dal Verme dai Pomeriggi Musicali, ospita domani «Berg Heim», ampio lavoro per quartetto jazz e orchestra sinfonica realizzato dal grande clarinettista Gianluigi Trovesi su ispirazione de «La montagna incantata» (o «La montagna magica», come è stato anche tradotto il titolo) di Thomas Mann. Pietro Citati lo definisce un «romanzo sinfonico», e così lo interpreta anche Trovesi: « Tutte le opere di Mann sono intrise di una consapevolezza assoluta dell’esperienza musicale. Per me “La montagna incantata” racchiude tutto lo spirito artistico del Novecento, in particolare tutta la musica del secolo passato; per questo ho voluto evocare molte esperienze sonore diverse. C’è la dodecafonia ma c’è anche la banda e la profezia del free jazz, così come ci sono musiche più antiche, che gli ospiti del sanatorio in cui si svolge il romanzo immagino possano ascoltare da un grammofono...».
Nei dieci movimenti della sua opera si ripercorrono i passaggi essenziali del libro. «Sono montanaro anch’io; il titolo “Berg Heim” rimanda all’etimo di Bergamo, io sono cresciuto in Val Seriana e la montagna per me è la vita. Così, per esempio, nell’episodio “Neve” rievoco l’angoscia della tormenta in cui incappa il protagonista Hans Castorp, ma la mia è una neve gentile, fraterna, quasi co- me quella che nasce quando si rovesciano le sfere di vetro vendute come souvenir». Anche il finale è lieve. «Nel libro c’è tutto il Novecento anche perché è attraversato dagli incubi del secolo: la malattia, la morte, l’irrazionale. Mann conclude il suo romanzo mandando Castorp nel macello della Prima guerra mondiale. Ci va anche nel mio lavoro, canterellando un’aria di Schubert, ma nell’ultimo movimento lo immagino fuggito in Messico, a far la bella vita ubriacandosi di tequila». Uno sberleffo al secolo breve? «Io sono un animale del Novecento, ci sono nato e vissuto, a 71 anni mi ci identifico pienamente. Per questo so che il Novecento è tante cose, è serietà e sberleffo; io cerco di raccontarle tutte quante». Con l’aiuto di alcuni amici musicisti. «Corrado Guarino ha magnificamente orchestrato la mia musica, aggiornando anche certe parti rispetto alla prima esecuzione realizzata per la Radio Svizzera nel 2011. L’opera sarà eseguita dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta dal maestro Stefano Montanari; il quartetto jazz che interagisce con loro è formato, oltre che dai miei clarinetti, da Fulvio Maras alle percussioni, da Federico Marchesano al contrabbasso e dal grande virtuoso di tromba Fabrizio Bosso, che sono orgoglioso di avere al mio fianco».