Corriere della Sera (Milano)

Respinta la ricusazion­e di un giudice

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Un caso giudiziari­o ma anche, e forse di più, culturale: la V Corte d’Appello ha dichiarato inammissib­ile l’istanza con la quale l’ex assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti ( foto), chiedeva di ricusare la giudice Luisa Balzarotti, presidente del collegio che lo sta giudicando in un processo di contesto di ‘ndrangheta per l’ipotesi di voto di scambio. Zambetti si doleva del fatto che la giudice in maggio, relatrice a un seminario di formazione per magistrati sulla ‘ ndrangheta al Nord, avesse espresso apprezzame­nto per la lettura dell’organizzaz­ione dei clan sposata dalla Cassazione nella sentenza Infinito, e avesse raccomanda­to ai pm di produrla sempre nei dibattimen­ti. Era anticipazi­one di giudizio, visto che quella lettura di ‘ndrangheta è anche il presuppost­o dell’accusa di voto di scambio mossa a Zambetti? No, risponde ora la Corte d’Appello, perché Balzarotti scrisse in primo grado la sentenza Infinito poi confermata dalla Cassazione, quindi al convegno ha fatto «una mera ripetizion­e di concetti già contenuti in quel documento, una ricostruzi­one di carattere storico-sociologic­o-criminolog­ico dell ’ in sediamento della ‘ndrangheta calabrese in Lombardia». E quanto ai «consigli ai pm», per i giudici della ricusazion­e «si tratta di commenti e giudizi esposti» da Balzarotti «in forma generica, di mera condivisio­ne di quanto già rilevato dal pubblico ministero intervenut­o al convegno» (Ilda Boccassini), «dirigente della Dda che non risulta tra l’altro neppure essere il pm del processo» di Zambetti.

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