Salario minimo Il Ticino non vuole favorire i frontalieri
COMO
«Il salario minimo rischia di favorire solo i frontalieri. Faremo in modo di evitarlo». A Como per siglare un accordo di collaborazione transfrontaliera, il presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino Norman Gobbi non ha perso l’occasione per l’ennesima stoccata contro i lavoratori italiani che prestano servizio in Svizzera. Nei giorni scorsi, con un referendum i ticinesi hanno detto «sì» al salario minimo. «Il popolo è sovrano e rispetteremo la decisione dei cittadini — ha detto Gobbi —. Nell’iter per arrivare alla modifica costituzionale però faremo in modo di stabilire norme che non siano solo a vantaggio dei frontalieri. Dobbiamo combattere il dumping salariale e garantire stipendi dignitosi agli svizzeri». I frontalieri sono arrivati a quota 60mila circa. «Siamo i vostri principali datori di lavoro», ha detto in una battuta il politico elvetico. Da lui sono piovute critiche anche sull’emergenza profughi. «É evidente — ha detto — che l’Europa ha fallito. La frontiera con la Svizzera è rimasta l’ultima porta aperta verso il Nord Europa. Siamo molto preoccupati per la situazione che si sta venendo a creare. Abbiamo già aumentato i controlli: non tutti chiedono asilo e quelli che non lo chiedono se non hanno i documenti in regola devono essere respinti».