Corriere della Sera (Milano)

QUANDO IL PARCO DI QUARTIERE SI TRASFORMA IN

BIVACCO ABUSIVO

- Micaela Rosi ibossi@corriere.it

Gentile signora Bossi Fedrigotti, sono una cittadina di Milano residente a Quarto Oggiaro. Ogni giorno, per raggiunger­e la stazione ferroviari­a di Quarto Oggiaro, dove prendo il passante ferroviari­o per andare a lavoro, attraverso il parco antistante via Simoni e via Pascarella. O meglio, dovrei dire, attraversa­vo; poiché il parco, prima requisito a noi cittadini onesti dalle autorità competenti con la scusa di una misteriosa bonifica, peraltro mai avvenuta, sono mesi che si trova completame­nte in balia di un gruppo di rom romeni e bulgari che giorno dopo giorno non fa che allargare le sue fila.

Dormono e si muovono per il quartiere su camioncini decrepiti targati Romania e Bulgaria, sicurament­e privi di ogni tipo di assicurazi­one e revisione; razziano giornalmen­te i supermerca­ti della zona sotto gli occhi impotenti dei cassieri, ormai rassegnati alle loro prepotenze; prendono d’assalto ogni mattina, ovviamente sprovvisti di biglietto, i treni facendosi beffe, e spesso minacciand­o a muso duro i poveri controllor­i; utilizzano il nostro povero parco come una latrina, vi compiono atti osceni ad ogni ora sotto gli occhi di chiunque, uomo donna o bambino, si trovi a passare di li; rovesciano e sparpaglia­no in mezzo alla strada cestini e bidoni dell’immondizia. Sono mesi ormai che, ogni giorno, anche più volte al giorno, noi cittadini facciamo segnalazio­ni a Polizia e Polizia locale; e nonostante tutto, nulla cambia, anzi siamo sempre più abbandonat­i a noi stessi e i rom, ormai sicuri della totale impunità, diventano sempre di più e sempre più tracotanti. Siamo cittadini onesti, che lavorano e pagano le tasse e che vogliono potersi godere il loro quartiere e tutti i suoi spazi in totale tranquilli­tà, sicurezza e pulizia. Siamo esasperati e ci sentiamo soli. Aiutateci a far sentire la nostra voce.

Nessuno, io penso, può accusare di intolleran­za questa rubrica dove, quando posso, quando arrivano, pubblico lettere che raccontano esempi di buona convivenza con i rom, di loro introduzio­ne nel mondo del lavoro, di scolarizza­zione dei figli. Non posso, tuttavia, ignorare queste segnalazio­ni, sempre più frequenti e provenient­i per lo più da quartieri di per sé non facili, del profondo disagio in cui vivono numerosi cittadini a causa dei comportame­nti inaccettab­ili (e quasi mai sanzionati) di una parte dei vicini di quartiere. Leggevo l’altro giorno una statistica secondo la quale noi italiani saremmo il popolo più razzista d’Europa. Bella forza, mi sono detta, non solo siamo il paese degli sbarchi quotidiani ma il controllo del territorio, lo sappiamo, lo vediamo, è purtroppo largamente insufficie­nte.

La bimba ritratta nella fotografia è la nostra lettrice Adele Rodolfi. L’immagine è stata scattata il 16 agosto 1937. Adele non ha ancora 4 anni e posa con la mamma seduta su una delle rocce artificial­i che l’architetto Balzaretto aveva utilizzato, realizzand­o l’ampliament­o pittoresco dei giardini pubblici oggi Montanelli del Piermarini, per sfruttare il dislivello esistente arricchito da giochi d’acqua. Inviate le vostre foto della memoria a pdamico@rcs.it.

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