«Certe notti» a passo di danza sulle note del Liga
Una corsa a perdifiato nelle notti romagnole, in cui sfrecciano amori inquieti, nostalgie, sogni infranti, ebbrezze. La danza si veste di rock in «Certe notti» (nella foto), balletto firmato a quattro mani dal coreografo Mauro Bigonzetti (già avvezzo a modulare il suo scespiriano «Sogno di una notte di mezza estate» sulle note di Elvis Costello) e da Luciano Ligabue. L’Aterballetto lo ripropone al pubblico milanese nel secondo round della propria permanenza al Piccolo Teatro Strehler, da domani sera alle 19.30 fino a domenica ( bigl iet t i 33/ 26 euro, tel . 84.88.00.304). In un’operazione molto simile a quella intrapresa dalla Scala con «L’Altra metà del cielo» sul rock di Vasco Rossi, lo spettacolo è nato con l’obbiettivo di rendere meno elitario il balletto presso un pubblico totalmente digiuno: in un’infilata di dieci canzoni di successo del Liga, da «Buonanotte all’Italia» a «Vivo morto o X», Bigonzetti mette in scena l’universo onirico della star di Correggio attraverso i grintosi ragazzi dell’Aterballetto, tatuati, in jeans strappati o trasgressivi tutù maschili. Sullo sfondo, la videoinstallazione del compianto Angelo Davoli (terzo coautore e stretto collaboratore di Bigonzetti) utilizza un megaschermo e sette monitor per scavare i corpi nella roccia frantumata della cava di Montecchio Emilia. Non è però solo rock, in «Certe notti» c’è anche il mondo poetico e cinematografico del Liga: dalla sua raccolta «Lettere d’amore nel frigo», pubblicata da Einaudi nel 2006, sono stati selezionati sette brani tra cui il drammatico «Il guscio rotto» sulla malattia e morte del padre, mentre dal film «Radiofreccia», diretto dal rocker nel ‘98, sono tratti dialoghi con l’attore protagonista Stefano Accorsi. Di tutt’altro tenore, il primo programma presentato dall’Aterballetto la scorsa settimana. Il prolisso «Sentieri» di Philippe Kratz seguito da «Pression» (un Bigonzetti minore) ha spezzato il fiato, nella progressione monocorde, alla creazione in prima assoluta, «Antitesi» del greco Andonis Foniadakis, interessante gioco dialettico di composizione coreografica applicata all’eterogenia musicale.