Corriere della Sera (Milano)

Il Premiolino a «Scarp de’ Tenis»

Il giornale di strada edito dalla Caritas si aggiudica il prestigios­o riconoscim­ento

- Marta Ghezzi

Il primo numero è uscito a marzo ’96 e costava tremila lire. Il prossimo, in lavorazion­e in questi giorni, sarà il 193 e il prezzo è tre euro e cinquanta. Venti anni fa il fenomeno editoriale dei giornali di strada era appena esploso e il mercato era vivace e curioso. La crisi lo ha spento e quasi tutte le testate hanno chiuso. «Scarp de’ Tenis» è l’eccezione. Cuore pulsante a Milano, dove è nato e ha la redazione, diffusione nazionale (l’unico). «Siamo lontani anni luce dallo street magazine londinese “The big issue”, che tira diecimila copie a settimana, ma ci difendiamo», racconta il direttore Stefano Lampertico. La loro media è ventunmila consegnato il 29 giugno a Palazzo Marino. «Un grande onore e tanta felicità nel vedere il nostro lavoro così apprezzato». Il direttore non dice quello che nel settore è noto: molti loro reportage — gli scout musulmani, il volontaria­to dei rifugiati, la salute degli ultimi — finiscono sui media più importanti. «Se le storie valicano i nostri piccoli confini, siamo solo contenti». Piccoli confi- ni: «Scarp» non esce in edicola e continua a essere venduto per strada. Ogni domenica i venditori (55 a Milano, 120 in tutta Italia) sono davanti alle parrocchie (in città anche in piazza Lima e in piazza Duomo fronte Curia). «Il magazine è un progetto sociale oltre che editoriale. Il venditore trattiene una percentual­e del prezzo di copertina e a fine mese ha un piccolo stipendio. Per alcuni “Scarp” ha rappresent­ato il rientro, per altri è un modo per integrare, per altri ancora, come Michele con noi per 15 anni, è stata ragione di vita».

Futuro? Le idee non mancano. «Ci siamo aperti ai social, abbiamo tre corrispond­enze estere, da New York, Berlino e Sudafrica e scrittori importanti stanno commentand­o per noi “I dieci Comandamen­ti”. Sul prossimo numero c’è Domenico Starnone». Allo Spazio No’hma, oggi e domani monologo «Volevo essere color cioccolato» di Giulia Calligaro, con Valentina Picello, regia di Charlie Owens.

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COLOR CIOCCOLATO

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