Dopo Expo, Maroni boccia il lodo Balducci
Il governatore: aspettiamo gli advisor voluti da Arexpo. La società? Va smantellata
«Non firmeremo nulla fin quando non avremo avuto il parere degli advisor. E poi valuteremo quello». Il governatore ne fa una questione di «accordi da rispettare» e respinge l’idea, dell’assessore comunale all’Urbanistica Alessandro Balducci, di sottoscrivere entro fine settembre un protocollo d’intesa sul futuro dell’area. Quanto ad Arexpo, società proprietaria dei terreni, il governatore è categorico: «Andrà smantellata e rifatta».
«Vanno rispettate le procedure, non è che possiamo inventarci firme e documenti in barba agli accordi presi...». Il governatore Roberto Maroni respinge al mittente l’idea di un protocollo d’intesa lanciata dall’assessore comunale all’Urbanistica Alessandro Balducci, che propone di firmare «entro fine settembre» un protocollo d’intesa che impegni le istituzioni su un progetto per il dopo Expo. «In questo modo — ha spiegato Balducci al Corriere — possiamo rassicurare la Statale che ha giustamente chiesto garanzie a proposito del trasferimento di alcune delle proprie facoltà sui terreni che oggi ospitano l’esposizione».
Ma lei, governatore, non è d’accordo?
«Lo ripeto: c’è una procedura in corso e ci sono regole da rispettare. Il soggetto che deve fare questa valutazione è la società Arexpo (di cui fanno parte Regione, Comune, Fiera e Comune di Rho, ndr), proprietaria dei terreni. Se io come Regione firmo un documento che vincola il futuro dell’area ad un progetto verrei accusato di “indebita induzione”».
A quale procedura allude?
«Arexpo, su decisione sollecitata soprattutto del presidente Lucino Pilotti, che per altro è indicato dal socio Comune, ha voluto nominare l’advisor affidandogli un compito cui in realtà avremmo potuto assolvere da soli: proporre un piano di sviluppo dell’area. Ma tant’è. Abbiamo fatto la gara per l’advisor, li abbiamo scelti e li paghiamo. Vogliamo sbattere via quei soldi?».
Forse obiettivo è dare un’accelerata alla decisione?
«Gli advisor hanno un contratto: a metà settembre cominceranno il lavoro e hanno 45 giorni di tempo per darci il loro responso. E noi cosa facciamo? Mentre i tecnici sono al lavoro, noi diamo già la risposta?».
Il rettore della Statale, Gianluca Vago, ha espresso la propria preoccupazione: ha bisogno di certezze perché altrimenti deve inventarsi un’altra soluzione per la sistemazione degli spazi di Città Studi. Risposta?
«Io parlo spesso con il rettore Vago e capisco il suo problema. Per quello che mi riguarda non ho dubbi e fin dall’inizio ho sostenuto che su quei terreni deve andare un campus universitario, insieme ad altre funzioni. Se gli advisor ci daranno il loro responso entro fine ottobre, sono tempi compatibili con quelli dati dalla Statale e quindi mi pare che sia tutto risolto».
Poi c’è anche il progetto presentato da Cassa Depositi e Prestiti e dall’Agenzia del Demanio: cosa ne pensa?
«Anche quando era stato reso pubblico avevo detto la stessa cosa: la decisione spetta agli advisor, che esamineranno quel piano e tutte le proposte emerse finora. Le sottoporranno ad Arexpo e Arexpo, cioè noi soci, faremo una valutazione».
Lei ha più volte sollecitato il governo ad entrare direttamente nella partita. Oggi non è presente in Arexpo: a quando
il cambio di governance?
«Una decisione va presa entro fine ottobre, anche perché dal primo novembre la società Arexpo cambia natura: adesso è una società immobiliare, poi dovrà realizzare un masterplan e gestire un progetto di riqualificazione dell’area. Io credo sarà necessario smantellare l’attuale Arexpo, a partire dalla sua
governance e costruirne una nuova rafforzando il management».
Il presidente Non possiamo inventarci firme e documenti in barba alle regole che ci siamo dati Parlo spesso con Vago e non ho dubbi: su quei terreni deve andare un campus universitario insieme ad altre funzioni È doveroso cambiare l’attuale Arexpo a partire dalla governance e costruirne una nuova rafforzando il management