Corriere della Sera (Milano)

Balich si prende la rivincita ad Astana

L’ideatore dell’Albero della Vita chiamato ad Astana per la cerimonia inaugurale dell’edizione 2017

- Di Paolo Foschini

Bloccato in ascensore a metà di Palazzo Italia. Quando gli era successo, proprio nel cuore della sua visita all’Expo in giugno e per quanto fosse in compagna del premier Matteo Renzi che in quella sfortunata circostanz­a aveva fatto di tutto per tenerlo calmo, il presidente kazako Nursulan Abishevich Nazarbayev l’aveva presa malissimo: uscito fuori tutto sudato aveva avuto per tutti proprio quelle parole di fuoco che uno si aspetta da un kazako arrabbiato. Poi, dicono, ha visto lo show dell’Albero della Vita. E non solo gli è passata la rabbia. Ma «portatemi in Kazakistan l’autore — ha detto — perché la cerimonia per presentare l’Expo di Astana 2017 voglio affidarla a lui». Detto fatto.

Così Marco Balich è partito. È rimasto là settimane e anzi è là tuttora. Più tollerato che amato prima dell’Expo per un Albero che solo il numero uno di Padiglione Italia Diana Bracco voleva, ma di cui lo stesso commissari­o Beppe Sala avrebbe inizialmen­te fatto volentieri a meno, Balich alla fine ha vinto con l’argomento più semplice: il suo Albero — o meglio lo «spettacolo» del suo albero quando la sera si anima di laser e spruzzi, perché di giorno la gente guarda e passa — piace e punto. Lui lo diceva e aveva ragione: forse alla fine sarà davvero tra le cose più fotografat­e di Expo. «Io non faccio l’architetto — ha sempre ripetuto — ma invento show»: sua la cerimonia delle Olimpiadi invernali a Sochi, sua quella che vedremo l’anno prossimo a Rio.

E oggi pomeriggio laggiù ad Astana, in diretta sulle tv di tutto quel pezzo di mondo, sarà ancora uno spettacolo firmato dalla Balich Worldwide Shows ad aprire non solo la grandiosa festa per i 550 anni del popolo kazako e ma anche l’annuncio ufficiale di Astana quale sede della prossima Expo «internazio­nale» nel 2017: un po’ meno «universale» di questa di Milano e della prossima che si terrà nel 2020 a Dubai (quelle internazio­nali sono edizioni intermedie da tre mesi anziché sei) ma sempre importante a cominciare dal suo tema intitolato alla «Energia del Futuro».

Per tenere insieme tradizione di ieri e suggestion­e del domani Balich porterà sulla scena della Barys Ice Arena 3mila attori e ballerini, oltre a cammelli e cavalli. Una grande struttura scenica realizzata dallo Studio Giò Forma riproduce cielo e terra come un’immensa yurta, la tenda rotonda che da secoli è in pratica la sala riunioni dei popoli nomadi. Il tutto ispirato a un libro dello stesso presidente Nazarbayev.

«L’Expo di Milano — scrive ora Balich dal Kazakistan — ci sta restituend­o quello in cui abbiamo sempre creduto: una grande energia cosmopolit­a e la voglia di guardare al futuro con ottimismo. Il successo di questa esposizion­e ha ridato a Milano e agli italiani quella consapevol­ezza e orgoglio sulle nostre capacità che tutto il mondo, Kazakistan compreso, vuole riprodurre».

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Due momenti dello spettacolo che ricorda l’antica tradizione del popolo kazako e, con altre coreografi­e, immagina «l’energia del futuro», tema di Expo 2017
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