Mudec, prove di pace con Chipperfield Via al rilancio: 10 mesi di ingressi gratis
VIA TORTONA IL MUSEO DELLE CULTURE La collezione apre il 28 ottobre, invitata l’archistar.Ma c’è il rischio che ripartano i cantieri
La data scelta per l’inaugurazione ufficiale del Mudec, il Museo delle Culture, non è casuale. Il 28 ottobre, ultima settimana di Expo, apre finalmente la Collezione permanente nello spazio dell’ex Ansaldo partito un po’ sottotono e teatro di quella che è stata poi ribattezzata la «guerra del pavimento» tra il Comune e il progettista David Chipperfield, al quale l’amministrazione ha inviato ieri la lettera con l’invito per il grande giorno come segnale di disgelo. Una data simbolica, quella di fine ottobre, per sottolineare che le politiche culturali guardano oltre l’Esposizione universale con un museo che si propone, ha spiegato il sindaco Giuliano Pisapia, «come spazio di libertà, di dialogo, di formazione globale». Il Mudec lancia una vera sfida culturale: offrendo gli spazi all’associazione Città Mondo diventa la casa delle comunità internazionali che abitano Milano in un momento in cui la politica fatica ad affrontare la questione immigrati, ma punta anche a qualificarsi come luogo di aggregazione popolare, per esempio ospitando una mostra dedicata alla Barbie, icona mondiale finita nelle mani dei bambini di tutti i continenti e destinata in via Tortona a fare da ponte verso un pubblico più ampio che attratto dalla bambola potrà avere l’occasione di conoscere l’essenza del museo.
Ma volare alto per far decollare il Mudec non basta. Il 28 ottobre aprirà la nuova caffetteria secondo il progetto dell’archistar, ma ci sono ancora tanti problemi tecnici che aspettano una soluzione. A cinque mesi dallo strappo con Chipperfield per le presunte difformità con il progetto, il verdetto degli esperti sulle finiture e la posa del pavimento non è ancora arrivato e c’è il rischio di nuovi interventi a museo aperto. «Ci è sembrato giusto — ha sottolineato ieri Pisapia annunciando l’inaugurazione ufficiale della collezione — che fosse un soggetto terzo a intervenire e a decidere su eventuali modifiche». «Se al termine dell’accertamento tecnico dovesse risultare che i lavori sono necessari — ha aggiunto l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno — li faremo cercando di arrecare meno danno possibile. In ogni caso è esclusa una chiusura totale del museo». Del Corno invita nel frattempo ad «alzare gli occhi dai pavimento per guardare invece le opere esposte». che costituiranno l’ossatura permanente del Mudec dopo mesi di attività temporanea: oltre 200 opere selezionate tra gli ottomila pezzi delle Raccolte Etnografiche del Comune recuperate dagli scantinati e restaurate, provenienti da medio ed estremo Oriente, America meridionale e centrale, Africa occidentale e centrale, Sud Est asiatico e Oceania, coprendo un arco cronologico che va dal 1200 a.C. al Novecento. Per 10 mesi, fino al 31 agosto, l’ingresso al museo sarà gratuito, poi il biglietto costerà 5 euro come negli altri musei civici (3 euro il ridotto). Accanto alla Collezione ci saranno mostre — da subito a pagamento — focus, spazi dedicati ai bambini come il Mudec Junior e programmi di ricerca grazie al comitato scientifico che verrà insediato all’inizio del 2016. Tra le chicche è prevista una rassegna dedicata ad Anni and Josef Albers e l’America Latina, a Gauguin con i Racconti dal paradiso, oltre all’esposizione fotografica sulla comunità etiope-eritrea in città che rappresenta l’inizio del programma di attività del Forum della Città Mondo e alla già citata esposizione su Barbie prodotta da 24 Ore Cultura. Natalina Costa, ad di 24 Ore Cultura, ha ricordato i numeri dei primi mesi, da marzo al 31 agosto: 50 mila persone, «un dato molto grande per un museo etnografico».