PRE-CONTO O QUELLE RICEVUTE PROVVISORIE
PROFORMA
Gentile dottoressa Bossi Fedrigotti, è già da un po’ che molti ristoratori, al posto del conto, portano al cliente una «ricevuta», molto simile ad una ricevuta fiscale, che però viene denominata «pre-conto». In essa si invita il cliente a scegliere tra la ricevuta fiscale e la fattura. Naturalmente, anche ingannati dalla veste grafica, moltissimi pagano e se ne vanno, con buona pace del fisco. Ma i ristoratori non sono obbligati ad emettere fattura o ricevuta «anche se il cliente non la chiede»? Nei bar invece ha preso piede l’abitudine di dare uno «scontrino» su cui è scritto: «Non fiscale-Ritirare lo scontrino alla cassa-Proforma». Altre volte sullo scontrino c’è scritto: «Utilizzo buono pasto», anche quando si è pagato in contanti.
Delle due l’una: o questi comportamenti sono legittimi pur comportando evidentemente un possibile danno per lo Stato o non lo sono. Nel primo caso credo che debbano essere gli organi di polizia e di vigilanza a farsi parte diligente verso il potere legislativo affinché la legge venga rimodulata per evitare furbate o interpretazioni interessate che danneggiano tutti. Se invece tali modalità sono fuori legge, bisogna aiutare gli utenti rendendo snella e veloce ogni eventuale segnalazione, magari con l’istituzione di un numero verde. Ovviamente i clienti di bar e ristoranti farebbero bene a controllare, all’atto del pagamento, cosa è stato loro rilasciato come scontrino o ricevuta, verificando anche l’importo e l’ora (spesso gli scontrini non ritirati vengono riciclati e dati ad altri clienti).
Non sono comportamenti legittimi bensì furbate — per usare un termine eufemistico — che nel corso degli anni i cittadini hanno di frequente denunciato a questa rubrica. Il sito internet della Guardia di Finanza specifica con chiarezza che gli scontrini «provvisori» e i cosiddetti «pre-conto» (che dovrebbero essere di un colore diverso da quelli veri) valgono soltanto come documento da presentare alla cassa al momento di pagare quando sarà obbligatorio per l’esercente emettere la ricevuta, senza che il cliente la chieda. Cosa che, però, sarebbe utile che egli facesse. E opportuno sarebbe anche che denunciasse l’eventuale abuso. I furbi contano, infatti, sulla pigrizia degli avventori e magari anche sulla paura di venire a loro volta sanzionati: cosa che la legge non prevede poiché le multe sono solo per chi non emette scontrino fiscale. Per completare l’informazione, le uniche categorie esonerate dall’obbligo sono quelle definite «minori» e cioè ciabattini, ombrellai, arrotini… Dispensati parzialmente anche i tassisti, obbligati a fornire ricevuta soltanto se il cliente la chiede. incapaci di leggere gli orari, perché la fermata in questione è dotata di pannello elettronico con informazione sui tempi di attesa. In occasione del cambio orario stagionale, Atm sostituisce ben più di 5.000 pannelli e tale attività può essere iniziata solo nel momento esatto del cambio orari. Ciò richiederà circa tre giorni lavorativi.