Corriere della Sera (Milano)

Schiavo in fabbrica a otto anni Cuciva le borse dell’alta moda

Blitz della Finanza a Olgiate Olona: nei filmati le prove dello sfruttamen­to

- Roberto Rotondo

VARESE Bambini in fabbrica, come nell’Ottocento. Sfruttati da imprendito­ri cinesi come piccoli schiavi dei marchi del lusso. Anche se le griffe italiane non conoscono, fino a prova contraria, questo sottobosco. A smascherar­e il caso, nella zona industrial­e di Olgiate Olona, la Guardia di finanza di Varese che ha compiuto un blitz nei giorni scorsi in due distinti capannoni, all’interno dei quali c’erano 56 lavoratori, tutti di nazionalit­à cinese.

Una buona parte era utilizzata in «nero», ma tra questi c’era un bimbo di soli 8 anni. La mamma, un’operaia, quando ha visto i finanzieri, ha afferrato di corsa il bambino, togliendol­o dalla postazione di lavoro. La mossa, però, ha attirato ancora di più l’attenzione degli investigat­ori. Il piccolo aveva sul proprio banchetto un barattolo di colla e un taglierino. Secondo la Finanza, aveva il compito di tagliare la pelle e incollare dei marchi per la rifinitura interna delle borse. Si tratta di oggetti minuscoli e non è escluso che il bimbo servisse proprio perché con le sue manine poteva compiere più agevolment­e l’operazione.

C’è però l’ipotesi che non fosse l’unico bambino al lavoro nella fabbrica. Gli inquirenti hanno acquisto i filmati del circuito interno di videosorve­glianza e li stanno passando al setaccio. E già dalle prime analisi è emerso un grave sospetto: almeno altri due bambini, con meno di 14 anni, sarebbero stati impiegati illegalmen­te per accelerare alcune operazioni di rifinitura di prodotti prestigios­i. Non solo, la Guardia di finanza ha anche identifica­to due ragazzini di 14 e 17 anni che svolgevano alcune mansioni nella fabbrica.

La società perquisita lavora per conto terzi per un’altra società cinese della zona, la quale rifornisce griffe importanti della moda e si avvale di 80 dipendenti. Non utilizza però clandestin­i, anche perché, a seguito di un controllo lo scorso anno, aveva regolarizz­ato una ventina di lavoratori. Tuttavia, continuava a fare un ricorso massiccio al lavoro «nero», sfruttando anche i minori. Ragazzini cinesi tutti figli di dipendenti. La Finanza, finora, ha denunciato il titolare per sfruttamen­to della manodopera minorile, mentre gli atti sono stati trasmessi all’ispettorat­o del lavoro per le sanzioni pecuniarie e amministra­tive.

Intanto non si ferma la lotta alla contraffaz­ione. Ad agosto nel Varesotto sono stati sequestrat­i 100 mila prodotti, tra cui 90 mila per violazioni delle norme sulla sicurezza e sulla tutela del Made in Italy. Dieci mila prodotti sono risultati contraffat­ti, per un valore complessiv­o di un milione e mezzo di euro. Sei persone sono state denunciate per contraffaz­ione e frode in commercio.

Laboratori­o Identifica­ti altri due minorenni: tutti sono di origine cinese. Denunciato il titolare

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy