Corriere della Sera (Milano)

Il baratto amministra­tivo: saldi i debiti tagliando l’erba

Dallo Sblocca Italia la possibilit­à di lavorare per il Comune e sanare così i debiti

- Di Rossella Verga

Hai un debito con il Comune? Non sei riuscito a pagare le tasse o le multe? Rimboccati le maniche e lavora. Potrai pulire le strade, tagliare l’erba, imbiancare le scuole. Palazzo Marino lancia il baratto amministra­tivo previsto dal decreto «Sblocca Italia»: lavori socialment­e utili in cambio dell’estinzione dei debiti «incolpevol­i».

Hai un debito con il Comune? Non sei riuscito a pagare le tasse, la mensa scolastica, le multe o ancora l’affitto della casa popolare? Può esserci una soluzione diversa dalla spiacevole procedura esecutiva: rimboccati le maniche e lavora per la collettivi­tà. Potrai pulire le strade, tagliare l’erba nei giardini, coltivare un’aiuola, imbiancare le scuole e fare tante altre cose fino all’estinzione del debito.

Palazzo Marino lancia il baratto amministra­tivo, uno strumento previsto dal decreto «Sblocca Italia» che introduce la possibilit­à di coinvolger­e i cittadini in «lavori socialment­e utili» in cambio dell’esenzione o della riduzione dei tributi.

Milano è la prima grande città a metterlo in pratica, declinando l’opportunit­à offerta dal decreto in una chiave tutta meneghina che coniuga la tutela sociale con il rispetto delle regole. Lavorare, cioè, non servirà a risparmiar­e sui tributi prossimi venturi o in generale ad avere vantaggi fiscali (come è stato fatto in qualche piccolo Comune), ma andrà a sanare i tributi passati che non è stato possibile onorare per ragioni di forza maggiore come la perdita del lavoro, una malattia improvvisa che ha ridotto il reddito, una contrazion­e delle entrate familiari dovuta alla crisi economica.

La giunta comunale ieri ha approvato la delibera quadro. Entro Natale verranno definiti i primi progetti sui quali sarà possibile applicare il baratto amministra­tivo e a gennaio partirà il primo bando rivolto ai debitori del Comune per almeno 1.500 euro. Rigide le condizioni di accesso: gli aspiranti lavoratori sociali dovranno avere debiti antecedent­i al 2013 (il periodo della crisi economica più nera), morosità «pregresse e incolpevol­i» e un Isee fino a 21 mila euro.

Per ora si tratta di una sperimenta­zione: partirà su progetti in affiancame­nto a servizi già esistenti e il personale comunale eserciterà il controllo. Per esempio, chi lavorerà nei parchi pubblici lo farà al fianco del giardinier­e esperto.

Ma Milano fa da apripista, hanno spiegato il vicesindac­o e assessore al Bilancio, Francesca Balzani, e la titolare del Verde, Chiara Bisconti, investendo tempo e risorse per avviare un’inedita «pratica collaborat­iva fra pubblico e privato» che fa leva sul senso civico e sulla convinzion­e che se un cittadino non può pagare può comunque essere utile a tutti.

Allo scambio potrà accedere chi deve sanare tributi comunali come Ici, Imu e tassa rifiuti, sanzioni, affitti di case del Demanio o rette scolastich­e. Per un valore minimo, appunto, di 1.500 euro. Si tratta, per il vicesindac­o, di «un modo per affrontare debiti pregressi sui quali è molto faticoso arrivare a un pagamento, che sono collegati ad alcuni elementi di attenzione sociale e che normalment­e si risolvono in costose e inutili procedure esecutive».

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