La metamorfosi dell’ex area Falck Distretto commerciale, case e scuole
Anche un’ipotesi di stadio. Attorno alla Città della Salute un’operazione da 2,6 miliardi
Al treno laminatoio, dove c’erano gli operai con gambali di amianto e grossi zoccoli di legno alle prese con barre incandescenti in uscita dai rulli, è prevista la costruzione di sette scuole e asili. Sulle strutture d’acciaio dell’altoforno T5, il gigantesco impianto dello stabilimento Concordia candidato a diventare patrimonio dell’Umanità Unesco, nascerà un mega distretto del commercio (la T sta ad indicare la ditta Tagliaferri costruttrice dei forni). Il Pagoda, dov’era in funzione una batteria di forno elettrico a colata continua, è destinato a trasformarsi in una piazza coperta (mantenendo, però, la struttura originaria). Mentre vicino alla stazione ferroviaria, che diventerà una sorta di ponte tra la vecchia e la nuova Sesto San Giovanni, sorgerà il primo quartiere in sviluppo, 150 mila metri quadrati di abitazioni (come Milano 2) a due passi dalla Città della Salute: per entrambi i progetti, oggi ancora alle prese con le bonifiche, la fine dei lavori è fissata per il 2021. I 650 mila metri quadrati di aree verdi sono due volte il parco Sempione. E non manca l’ipotesi di realizzare uno stadio, magari quello del Milan.
Sul milione e 400 mila metri quadrati dell’(ex) area Falck, dove sorgevano le acciaierie più famose d’Italia, prende forma il progetto di riqualificazione della Bizzi & partners development, la società di sviluppo immobiliare guidata da Davide Bizzi. Con un investimento complessivo di 2,6 miliardi di euro è il piano di recupero urbanistico più ambizioso in Europa. Ieri in occasione dell’inaugurazione della mostra «Città immaginata e Città reale» — che racconta la storia di Milanosesto, il nome scelto per il progetto — è stato presentato l’avanzamento dei lavori: e per la prima volta è stato davvero possibile vedere come sarà trasformata la vecchia città delle fabbriche.
Ci sono stati gli scandali che hanno accompagnato l’uscita di scena di un altro immobiliarista, quel Luigi Zunino che con Risanamento è stato il primo acquirente delle ex acciaierie, ma che poi è finito sull’orlo del crac. E non sono mancate le polemiche che hanno scandito tutto il percorso della Città della Salute, fino alla decisione finale di due anni fa del Pirellone di realizzarla proprio a Sesto. Ora l’immobiliarista Davide Bizzi guarda al futuro. E all’ipotesi di portare investitori stranieri, magari fondi immobiliari cinesi. E anche lo stadio, se il Milan dovesse decidere di lasciare San Siro, potrebbe essere costruito con i soldi di un fondo immobiliare e consegnato alla squadra di Silvio Berlusconi con un contratto d’affitto (così da bypassare le resistenze della Fininvest contraria — dicono i ben informati — a un investimento di capitale diretto di Berlusconi).
Il 74% saranno aree pubbliche, il 26% private. «Oggi si vedono i primi segnali reali — sottolinea l’archistar Renzo Piano, estensore del progetto di recupero delle ex Falck —. Il motore è avviato, la locomotiva finalmente si muove».