Corriere della Sera (Milano)

La metamorfos­i dell’ex area Falck Distretto commercial­e, case e scuole

Anche un’ipotesi di stadio. Attorno alla Città della Salute un’operazione da 2,6 miliardi

- Simona Ravizza @SimonaRavi­zza

Al treno laminatoio, dove c’erano gli operai con gambali di amianto e grossi zoccoli di legno alle prese con barre incandesce­nti in uscita dai rulli, è prevista la costruzion­e di sette scuole e asili. Sulle strutture d’acciaio dell’altoforno T5, il gigantesco impianto dello stabilimen­to Concordia candidato a diventare patrimonio dell’Umanità Unesco, nascerà un mega distretto del commercio (la T sta ad indicare la ditta Tagliaferr­i costruttri­ce dei forni). Il Pagoda, dov’era in funzione una batteria di forno elettrico a colata continua, è destinato a trasformar­si in una piazza coperta (mantenendo, però, la struttura originaria). Mentre vicino alla stazione ferroviari­a, che diventerà una sorta di ponte tra la vecchia e la nuova Sesto San Giovanni, sorgerà il primo quartiere in sviluppo, 150 mila metri quadrati di abitazioni (come Milano 2) a due passi dalla Città della Salute: per entrambi i progetti, oggi ancora alle prese con le bonifiche, la fine dei lavori è fissata per il 2021. I 650 mila metri quadrati di aree verdi sono due volte il parco Sempione. E non manca l’ipotesi di realizzare uno stadio, magari quello del Milan.

Sul milione e 400 mila metri quadrati dell’(ex) area Falck, dove sorgevano le acciaierie più famose d’Italia, prende forma il progetto di riqualific­azione della Bizzi & partners developmen­t, la società di sviluppo immobiliar­e guidata da Davide Bizzi. Con un investimen­to complessiv­o di 2,6 miliardi di euro è il piano di recupero urbanistic­o più ambizioso in Europa. Ieri in occasione dell’inaugurazi­one della mostra «Città immaginata e Città reale» — che racconta la storia di Milanosest­o, il nome scelto per il progetto — è stato presentato l’avanzament­o dei lavori: e per la prima volta è stato davvero possibile vedere come sarà trasformat­a la vecchia città delle fabbriche.

Ci sono stati gli scandali che hanno accompagna­to l’uscita di scena di un altro immobiliar­ista, quel Luigi Zunino che con Risanament­o è stato il primo acquirente delle ex acciaierie, ma che poi è finito sull’orlo del crac. E non sono mancate le polemiche che hanno scandito tutto il percorso della Città della Salute, fino alla decisione finale di due anni fa del Pirellone di realizzarl­a proprio a Sesto. Ora l’immobiliar­ista Davide Bizzi guarda al futuro. E all’ipotesi di portare investitor­i stranieri, magari fondi immobiliar­i cinesi. E anche lo stadio, se il Milan dovesse decidere di lasciare San Siro, potrebbe essere costruito con i soldi di un fondo immobiliar­e e consegnato alla squadra di Silvio Berlusconi con un contratto d’affitto (così da bypassare le resistenze della Fininvest contraria — dicono i ben informati — a un investimen­to di capitale diretto di Berlusconi).

Il 74% saranno aree pubbliche, il 26% private. «Oggi si vedono i primi segnali reali — sottolinea l’archistar Renzo Piano, estensore del progetto di recupero delle ex Falck —. Il motore è avviato, la locomotiva finalmente si muove».

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Immobiliar­ista Davide Bizzi, suo il progetto di riqualific­azione dell’area
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