Diversamente occupati, l’Openlab è a rischio
«Qui cerchiamo un’altra opportunità con i pc». Ma l’accordo è in scadenza
Vittorio fissa lo schermo. Digita, cancella, scorre le graduatorie online del Comune che — sbuffa — sono «letteralmente un casino». Ma lui va alla grande: per uno che ha acceso un pc per la prima volta un anno fa. Il corso (gratuito) lo ha scelto da solo. «Devo stare al passo, il mondo del lavoro e le istituzioni oggi viaggiano su Internet. Senza le basi sei tagliato fuori». E quelli come lui sono già «tagliati fuori» abbastanza.
Sono in quattro, per ora, ad essersi iscritti alle lezioni di informatica offerte dai volontari di OpenLab, nel laboratorio di quartiere di Corvetto. Guai però a chiamarli senzatetto o senza impiego: meglio «diversamente occupati», magari «diversamente domiciliati». Il concetto è che «quella del lavoro stipendiato non è l’unica occupazione possibile, il volontariato e la formazione sono al- ternative altrettanto degne» spiega Alessandro Rugarli, operatore sociale e volontario.
Del gruppo fa parte anche Antonino, 55 anni, siciliano. Se gli chiedi dove vive, risponde che ha due appartamenti: «uno aeroporto, l’altro in stazione» scherza. Ma la terza casa è il laboratorio di quartiere dove si riunisce il gruppo di mutuoaiuto. È qui che, nella sala pc allestita dai volontari, un anno fa sono iniziate le lezioni. «Siamo partiti dalle basi ma qualcuno si è già spinto oltre — spiega il responsabile Andrea —. Noi insegniamo a usare il web per socializzare, cercare lavoro, accedere a bandi e programmi sociali che ormai sempre più presuppongono l’uso del Pc». I tempi però sono incerti: il contratto del laboratorio, in scadenza il 31 ottobre, si cerca una proroga per il 2016. (d. ill.)