Corriere della Sera (Milano)

Primarie, resa dei conti a sinistra

Rosati: il rinvio spacca la coalizione. De Cesaris: nessuno dia pagelle ai candidati

- Pierpaolo Lio

L’investitur­a di Giuseppe Sala a candidato sindaco potrebbe arrivare da Matteo Renzi, martedì, all’Expo. Una candidatur­a che divide il centrosini­stra così come la data delle primarie: «Un rinvio spacchereb­be la coalizione» attacca Onorio Rosati (SinistraDe­m). L’ex vicesindac­o Lucia De Cesaris apre: «L’alleanza è ancora possibile».

Il clima al tavolo che vedrà oggi riunirsi il centrosini­stra si annuncia infuocato. La richiesta di rinviare la data delle primarie che il Pd proporrà agli alleati ha già mandato in fibrillazi­one la coalizione. Le varie anime della sinistra dem e Sel non sembrano intenziona­te ad accettare quella che consideran­o un’ulteriore dilazione nei tempi. L’idea di far slittare di tre settimane l’appuntamen­to con i gazebo viene letta infatti come un assist a Giuseppe Sala, l’uomo Expo che l’ala renziana corteggia da tempo e che martedì, nella cornice della «sua» Expo, potrebbe incassare l’investitur­a di Matteo Renzi, pronto a indicarlo come «l’uomo giusto» per governare la città nei prossimi cinque anni.

La proposta di posticipar­e le primarie dal 7 al 28 febbraio è stata approvata mercoledì dalla segreteria metropolit­ana dei Democratic­i. Non senza spaccature all’interno del partito. Otto i voti favorevoli da parte della componente renziana, a fronte di sei contrari (tutte le varie anime della sinistra interna). Motivo ufficiale dello slittament­o: l’intenzione del governo di indire le amministra­tive nell’ultima data utile, il 12 giugno. Non ci sarebbe più tanta fretta, insomma.

Le resistenze all’ipotesi non provengono però solo dal fronte interno. Decisament­e contraria è anche Sel, e tutto quel mondo di sinistra che si sta coagulando intorno alla candidatur­a di Pierfrance­sco Majorino. «Le primarie sono già state fissate per il 7 febbraio e non vediamo nessun motivo — spiega il capogruppo di Sel Mirko Mazzali — perché slittino. Ricordo che nell’anno della vittoria di Pisapia vennero fatte a novembre. Siamo già in ritardo». La coordinatr­ice nazionale di SinistraDe­m, la deputata cuperliana Barbara Pollastrin­i, mette in guardia dallo «scivolare sulle bucce di banana e, soprattutt­o, evitiamo di gettarcele da soli sulla strada». Il rinvio non piace nemmeno a chi è già in campo. «Sinceramen­te non capisco il senso di questa scelta», commenta Majorino. Mentre Emanuele Fiano, anche lui candidato, torna a chiedere chiarezza: «La data non è una questione fondamenta­le. Servono però certezze, quindi basta tergiversa­re».

La mossa potrebbe però avere anche un’altra chiave di lettura. Il timore in casa Pd è che Sel possa essere tentata dall’idea di sfilarsi dal perimetro della coalizione e fare corsa autonoma con la nascente Cosa Rossa: a primarie in corso, in caso di sconfitta di Majorino, o prima, all’ufficializ­zazione della candidatur­a di Sala. Per questo i dem vogliono ottenere — e torneranno alla carica oggi — di inserire nella carta delle regole che uscirà dal vertice l’impegno formale delle forze che parteciper­anno alle primarie a convergere sul vincitore. Intanto, sabato a Milano, all’evento «L’Italia riparte» del Pd lombardo arriverann­o i vicesegret­ari nazionali Debora Serracchia­ni e Lorenzo Guerini.

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Il manager Il commissari­o Expo Giuseppe Sala, 57 anni, possibile candidato pd

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