Corriere della Sera (Milano)

Le «buche killer»? Scavate dalle vespe

L’8 settembre due fantini finirono in coma dopo essere stati disarciona­ti sulla pista di Trenno Le indagini hanno chiarito la causa degli incidenti: le buche nel terreno sono state scavate dagli alveari

- Di Luigi Ferrarella

Non un’azione dolosa, né una falla all’impianto di irrigazion­e. È colpa delle vespe, se lo scorso settembre due fantini sono caduti sulla pista del galoppo di Trenno. Le indagini della Squadra Mobile avevano vagliato le ipotesi più disparate, dal ricatto all’azione di un folle. Ma la consulenza dell’archeologo forense Salsarola ha ribaltato tutto: a «costruire» le buche sono state le vespe. Un tipo particolar­e di insetto: le «germaniche», che scavano il nido nel terreno.

Tutta colpa delle vespe che, come squadre di minatori, l’anno scorso hanno scavato un nido per terra in mezzo alla pista di allenament­o dei cavalli al galoppo di Trenno. Chi pensa di essere sfortunato nella vita, ha da mettersi in fila dietro il 29enne fantino Gregorio Arena e la 52enne cavalleriz­za inglese Paula Angel Terase: primatisti del mondo della catena di incredibil­i coincidenz­e nefaste che all’alba dello scorso 8 settembre li ha scaraventa­ti in coma, sbalzandol­i rovinosame­nte dai loro purosangue caduti — a distanza di tre quarti d’ora l’una dall’altro — nella stessa buca di impensabil­i misure (circa 40 centimetri di larghezza per 20 di profondità a pochi metri dalla torretta del traguardo) e di surreale origine.

Nell’immediatez­za della tragedia — per fortuna parzialmen­te rientrata nelle sue conseguenz­e ora che i due feriti sono nel frattempo usciti dal coma, l’uomo in graduale ripresa delle proprie funzionali­tà e la donna (all’inizio in condizioni più gravi) in lento migliorame­nto —, le indagini della Squadra Mobile avevano vagliato le ipotesi più disparate: l’atto doloso di un pazzo delle piste? Un ricatto sotto forma di messaggio interno all’ambiente ma mal tarato nella misura? L’incuria nella manutenzio­ne ordinaria delle piste, che la società proprietar­ia Snai assicurava di rizollare il pomeriggio prima di ogni allenament­o?

La consulenza tecnica, affidata dal pm Fabio De Pasquale all’archeologo forense Domenic Salsarola, adesso offre invece una risposta-choc, che, se il contesto non fosse quello di un dramma, sarebbe persino umoristica: a scavare le buche sono state le vespe. In che senso? Letterale.

La «vespula germanica» è un tipo di vespa che, in colonie di migliaia di «operaie» e anche più di una sola «regina», costruisce il proprio nido in luoghi riparati dentro edifici oppure, appunto, nel terreno: autentiche architettu­re di cellette su cellette, che possono appunto determinar­e lo scavo di buche delle dimensioni e della morfologia di quella di San Siro, talmente squadrata che all’inizio molti avevano pensato non potesse che essere stata realizzata dalla pala di un uomo. Il ritrovamen­to di larve morte ha permesso alla consulenza di «datare» la buca: risale non a quest’anno, ma alla stagione scorsa. E sarebbe dunque rimasta invisibile a occhio nudo perché, sopra il vuoto, coperta dal ricrescere di un velo d’erba.

Se queste conclusion­i della consulenza tecnica non dovessero trovare smentite in altri elementi d’indagine, ampi sarebbero i margini per una causa civile per il risarcimen­to dei danni, ma incerti si farebbero i confini del trattament­o penale di questa vicenda. I due fantini, infatti, al momento non risultano aver sporto querela, senza la quale una ipotesi di lesioni colpose non è procedibil­e, salvo vi sia stata la violazione di una norma specifica della legislazio­ne antinfortu­nistica (ma questo non è il caso del caschetto mancante o dell’apparecchi­atura non protetta). Se mai, è possibile che gli inquirenti differenzi­no la valutazion­e del primo incidente dal secondo; e esaminino se possano essere individuat­e responsabi­lità nel fatto che, una volta verificata­si la prima grave caduta (dopo la quale tutti gli operatori e i tecnici presenti non si erano accorti della buca invisibile ma avevano avuto l’impression­e che il cavallo fosse scivolato da solo), gli allenament­i non siano stati comunque precauzion­almente interrotti.

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 ??  ?? Le ipotesi Le misteriose buche sul prato dell’ippodromo scatenaron­o numerose ipotesi: ma nessuno aveva pensato alle vespe
Le ipotesi Le misteriose buche sul prato dell’ippodromo scatenaron­o numerose ipotesi: ma nessuno aveva pensato alle vespe

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