Corriere della Sera (Milano)

L’appalto da record finisce davanti al Tar

Il colosso delle costruzion­i si rivolge al Tar L’appalto da 450 milioni e il nodo Maltauro

- Ravizza

Rischio di nuovi, ennesimi ritardi per la Città della Salute. In gioco ci sono 450 milioni di euro, il più grande appalto pubblico europeo, che ora finisce davanti ai giudici. Il colosso di costruzion­i Salini Impregilo ha presentato ricorso al Tar. La principale contestazi­one riguarda la mancata esclusione dalla gara della Maltauro, finita al centro delle indagini sulla Cupola degli appalti.

La Città della Salute rischia altri ritardi. Il più grande appalto pubblico europeo, che porterà alla costruzion­e degli edifici destinati a unire l’Istituto dei Tumori e il neurologic­o Besta, finisce davanti ai giudici.

Il colosso di costruzion­i Salini Impregilo, secondo classifica­to nella gara con uno scarto di soli 0,53 punti dalla cordata guidata da Condotte d’Acqua Spa, ha presentato ricorso al Tar contro l’assegnazio­ne dei lavori. La principale contestazi­one riguarda la mancata esclusione dal bando della Maltauro, l’impresa finita al centro delle indagini sulla Cupola degli appalti guidata dall’ex segretario della Dc lombarda Gianstefan­o Frigerio e dal compagno Primo Greganti, decisi secondo la Procura a non perdersi l’affare.

In gioco c’è un appalto da 450 milioni. Così, dopo gli arresti del maggio 2014, il Pirellone si era trovato a prendere una decisione complicata. L’interrogat­ivo: la gara finita al centro dello scandalo — e cui hanno partecipat­o sette colossi internazio­nali — è da azzerare? Alla fine di molteplici riunioni prevalse la linea di non annullare le offerte presentate prima dell’inchiesta della Procura e di non escludere a priori la Maltauro, ma di procedere con assoluta trasparenz­a nelle procedure di scelta del vincitore dell’appalto.

In due step — tra la primavera e fine settembre — è stato comunicato da Infrastrut­ture Lombarde l’esito della gara, che ha visto come prima classifica­ta la cordata guidata da Condotte d’Acqua Spa (e che comprende Italiana Costruzion­i Spa). Ma ora Salini Impregilo impugna la procedura di svolgiment­o della gara. La convinzion­e del colosso di costruzion­i è che, con l’esclusione di Maltauro considerat­a dovuta, tutti i punteggi che hanno portato alla vittoria di Condotte Spa sarebbero da ricalcolar­e. Con un esito, verosimilm­ente, diverso.

Con ogni probabilit­à il Tar si esprimerà il 18 novembre su un’eventuale sospensiva. «Sulla Città della Salute sono state rispettate le procedure, poi, se una società vuole fare ricorso, non si può certo impedirlo — il commento del governator­e Roberto Maroni —. Il rischio di un rallentame­nto dell’opera? Ogni volta che c’è un ricorso al Tar c’è questo rischio, ma spero che tutto si possa risolvere rapidament­e. Sarebbe un peccato bloccarci».

I ritardi nella realizzazi­one della Città della Salute, prevista su un’area di 205 mila metri quadrati nelle ex acciaierie Falck di Sesto, non sono una novità. C’era un tempo in cui l’ex governator­e Roberto Formigoni assicurava: «I lavori si concludera­nno entro il 2015». Ora l’inaugurazi­one è prevista per la primavera 2020. Ma, in mezzo, c’è un ricorso al Tar.

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