Corriere della Sera (Milano)

Dissidi Lega-Ncd, impasse Forza Italia Romani: manca un tavolo di confronto

I veti bloccano il «cantiere». La Russa: gli alfaniani prendano le distanze dal governo

- Marco Cremonesi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per sedersi, ci vuole il tavolo. Per parlare di candidati sindaci, anche. Come minimo. Ma il tavolo non c’è. E gli aspiranti alleati del centrodest­ra restano così come sono stati negli ultimi mesi: in piedi, e parlandosi pochissimo. Anche se la partecipaz­ione di Silvio Berlusconi alla manifestaz­ione bolognese indetta domenica dalla Lega cambierà le cose.

Il problema è semplice: se il tavolo includesse il Nuovo centrodest­ra, la Lega non si siederebbe neanche. Se il Nuovo centrodest­ra non fosse invitato, la fisionomia della possibile coalizione sarebbe sospinta inesorabil­mente a destra. E soprattutt­o, gli scossoni potrebbero arrivare diritti fino alla Regione Lombardia, alla maggioranz­a che sostiene il governator­e Roberto Maroni.

Paolo Romani, però, è ottimista. Il capogruppo di Forza Italia al Senato parla di «fare un passo alla volta. Ora è stata decisa la questione di Bologna, ed era importante». Certo Romani ammette che «ancora non abbiamo un luogo per decidere, ma ora il cantiere può essere aperto». Sottolinea­ndo «la centralità di Forza Italia, che resta l’unica che del cantiere può avere le chiavi». Come dire, solo i moderati dell’alleanza.

Ignazio La Russa, dai Fratelli d’Italia non nega il problema: «Il fatto è che prima ancora di un tavolo milanese, servirebbe un tavolo nazionale». Secondo l’ex ministro sarebbe infatti «perfettame­nte normale se a un tavolo nazionale non fosse invitato il Nuovo centrodest­ra», in quanto parte integrante della maggioranz­a che sostiene il governo Renzi. Questo, tuttavia, secondo l’ex ministro non escludereb­be il tenere nella nuova alleanza Ncd lombardo: «Soprattutt­o se Ncd lombardo prendesse una posizione propria. Come dire: i centristi di qui sono d’accordo nello stare con Renzi o soffrono la situazione?».

La voce del Nuovo centrodest­ra è quella di Raffaele Cattaneo, il presidente del Consiglio regionale: «È assolutame­nte chiaro a tutti che con la manifestaz­ione di domenica non rinasce il centrodest­ra, ma una destra. Legittima, ma una destra». Di più: «È altrettant­o chiaro a tutti chi ne sarà il leader. E cioè Matteo Salvini». E infine: «Dubito molto che questo modello possa vincere in Italia. E dubito molto che possa vincere a Milano o a Roma».

Da tempo si dice che l’Ncd di Milano potrebbe essere tentato, se estromesso dal centrodest­ra, di sostenere l’eventuale corsa dell’amministra­tore Expo Giuseppe Sala. Eppure, Cattaneo è scettico: «Mi pare che a sinistra sia partito il tentativo di mettere a Sala la maglietta rossa che più rossa non si può». E dunque? «Dunque per tutti coloro che non andranno a Bologna domenica si apre uno spazio. Anzi, la necessità di mettersi insieme. Meglio, per Corrado Passera». Chi non apprezza lo standby, di sicuro, è Roberto Maroni. Il centrodest­ra possibile gli aveva dato il mandato di riunire tutti gli interlocut­ori. Ma il tavolo neppure nato era piaciuto pochissimo a Matteo Salvini. E ora il governator­e non ci vuole più mettere bocca: «Io non me ne occupo più. Mi auguro soltanto che si proceda rapidament­e».

 ??  ?? In piazza Scala Da sinistra: il governator­e ligure Giovanni Toti (FI), il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la coordinatr­ice azzurra Mariastell­a Gelmini e il collega di partito Andrea Mascaretti a un’iniziativa del Carroccio dello scorso anno
In piazza Scala Da sinistra: il governator­e ligure Giovanni Toti (FI), il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la coordinatr­ice azzurra Mariastell­a Gelmini e il collega di partito Andrea Mascaretti a un’iniziativa del Carroccio dello scorso anno

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