Istituti culturali e nomine del ministero
Gentile direttore, ieri è uscito sul Corriere della Sera, edizione di Milano, un articolo titolato «Dal Piccolo a Brera, il tecnico “dedicato” alla Cultura». In questo articolo si elencano affermazioni non corrispondenti alla verità. In particolare sono costretto a chiarire che: 1) la mia nomina al Piccolo è del Comune, non del Ministero; 2) Tale nomina è stata voluta a suo tempo dal sindaco Moratti e poi confermata da Pisapia; 3) La nomina di mia moglie Margherita Zambon alla Scala è stata decisa e voluta prima dal ministro Ornaghi e poi confermata da Franceschini; si tratta del rinnovo di nomine di amministrazioni differenti, non capisco quindi bene il riferimento che l’articolo fa allo spoil system del ministro attuale. Inoltre: 4) mi sono dimesso dal comitato scientifico di Civita da oltre un anno. Preciso in proposito che sono stato nel comitato scientifico dell’Associazione Civita che si occupa di ricerca e che non è la società di servizi Civita che si occupa di mostre. 5) Non sono più consigliere del comitato scientifico di Palazzo Tè da oltre due anni; sono stato a suo tempo nominato da Salvatore Settis, sono stato confermato da Alain Elkann e mi sono dimesso alla scadenza del suo mandato. Effettivamente le due voci non sono aggiornate nel mio curriculum in Bocconi, mi spiace, erano entrambe facilmente controllabili con una telefonata. 6) Non sono stato componente della commissione che ha scelto i direttori dei musei italiani. Questa inesattezza, mi consenta, è piuttosto grave perché i nomi dei componenti della commissione di valutazione sono disponibili in Rete e sono stati pubblicati anche dalla vostra testata in agosto, in un editoriale di Gian Antonio Stella. Inoltre: 7) non sono, dal giugno del 2014, direttore del Corso di laurea specialistica della Bocconi. Aggiungo che ho dedicato la mia vita professionale al tema delle politiche e delle istituzioni culturali. Ricordo in proposito che ogni incarico nei consigli citati è stato e sarà svolto a titolo gratuito.
L’articolo descrive Lei e sua moglie come persone «serie» e di «valore» e contiene un errore: Lei non era nella commissione che ha scelto i 20 nuovi direttori. Le restanti indicazioni, che smentisce, compaiono tutte esattamente, e con la specifica aggiornate «ad oggi» ( testuale), anche nella sua home-page sul sito ufficiale della Bocconi. Nel 2015 la dottoressa Zambon è stata nominata alla Scala come «propria rappresentante» dall’attuale ministro. Precisato questo, credo si possa convenire che il nostro Paese abbia bisogno di nomine sempre più aperte. Credo che in questa direzione possa operare anche l’ottimo ministro Franceschini. Il caso suo e di sua moglie non è l’unico tra le nomine. (p. pa.)