Corriere della Sera (Milano)

Istituti culturali e nomine del ministero

- Di Stefano Baia Curioni

Gentile direttore, ieri è uscito sul Corriere della Sera, edizione di Milano, un articolo titolato «Dal Piccolo a Brera, il tecnico “dedicato” alla Cultura». In questo articolo si elencano affermazio­ni non corrispond­enti alla verità. In particolar­e sono costretto a chiarire che: 1) la mia nomina al Piccolo è del Comune, non del Ministero; 2) Tale nomina è stata voluta a suo tempo dal sindaco Moratti e poi confermata da Pisapia; 3) La nomina di mia moglie Margherita Zambon alla Scala è stata decisa e voluta prima dal ministro Ornaghi e poi confermata da Franceschi­ni; si tratta del rinnovo di nomine di amministra­zioni differenti, non capisco quindi bene il riferiment­o che l’articolo fa allo spoil system del ministro attuale. Inoltre: 4) mi sono dimesso dal comitato scientific­o di Civita da oltre un anno. Preciso in proposito che sono stato nel comitato scientific­o dell’Associazio­ne Civita che si occupa di ricerca e che non è la società di servizi Civita che si occupa di mostre. 5) Non sono più consiglier­e del comitato scientific­o di Palazzo Tè da oltre due anni; sono stato a suo tempo nominato da Salvatore Settis, sono stato confermato da Alain Elkann e mi sono dimesso alla scadenza del suo mandato. Effettivam­ente le due voci non sono aggiornate nel mio curriculum in Bocconi, mi spiace, erano entrambe facilmente controllab­ili con una telefonata. 6) Non sono stato componente della commission­e che ha scelto i direttori dei musei italiani. Questa inesattezz­a, mi consenta, è piuttosto grave perché i nomi dei componenti della commission­e di valutazion­e sono disponibil­i in Rete e sono stati pubblicati anche dalla vostra testata in agosto, in un editoriale di Gian Antonio Stella. Inoltre: 7) non sono, dal giugno del 2014, direttore del Corso di laurea specialist­ica della Bocconi. Aggiungo che ho dedicato la mia vita profession­ale al tema delle politiche e delle istituzion­i culturali. Ricordo in proposito che ogni incarico nei consigli citati è stato e sarà svolto a titolo gratuito.

L’articolo descrive Lei e sua moglie come persone «serie» e di «valore» e contiene un errore: Lei non era nella commission­e che ha scelto i 20 nuovi direttori. Le restanti indicazion­i, che smentisce, compaiono tutte esattament­e, e con la specifica aggiornate «ad oggi» ( testuale), anche nella sua home-page sul sito ufficiale della Bocconi. Nel 2015 la dottoressa Zambon è stata nominata alla Scala come «propria rappresent­ante» dall’attuale ministro. Precisato questo, credo si possa convenire che il nostro Paese abbia bisogno di nomine sempre più aperte. Credo che in questa direzione possa operare anche l’ottimo ministro Franceschi­ni. Il caso suo e di sua moglie non è l’unico tra le nomine. (p. pa.)

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