Ostello Trezzi L’ultima sfida dell’Opera Cardinal Ferrari
Più di duecento persone anziane accolte ogni giorno per il pranzo, la socialità, il riposo (ma le richieste sarebbero seicento e aumentano ancora). Quarantaquattro micro alloggi in via di allestimento, per ospitare studenti meritevoli che non possono permettersi di stare in città con affitti a prezzi di mercato. E altre sedici stanze nella Domus hospitalis, riservate a chi arriva da lontano per assistere parenti ricoverati in ospedale. L’Opera Cardinal Ferrari, nota per la storica mensa aperta nel 1921, offre oggi un aiuto esteso e più completo. «Cerchiamo di rispondere ai nuovi bisogni: quelli dei giovani che vogliono costruirsi un futuro a Milano. E quelli generati dal pendolarismo sanitario a Milano, fenomeno esploso negli ultimi anni», spiega il presidente, Pasquale Seddio, docente a Novara e in Bocconi. Se l’Opera, da cinque anni, corre, è merito soprattutto suo. Sorriso buono, competenze da manager, papà di tre figli, Seddio viene da Agrigento e quei «bisogni» li ha sperimentati tutti, in passato, sulla sua pelle. «Ho potuto studiare a Milano solo perché l’Opera mi ha ospitato quando avevo vent’anni», racconta con umiltà. E poi: «A un certo punto anche io, come molti utenti della Domus hospitalis, ho avuto una parente ammalata, che doveva curarsi in un’altra città. Per stare vicino a mia mamma, visto che i risparmi andavano via tutti per le terapie a Palermo, con mio papà abbiamo dormito persino in macchina …». Una sensibilità che ha preso forma vivendo, la sua. Da quando lui è in sella, dal 2010, gli investimenti all’Opera sono partiti.Cinque anni fa nella casa di «una delle più antiche istituzioni di apostolato sociale milanese», molte stanze non erano a norma. Tre anni dopo era ristrutturato tutto il Centro diurno. Poi è stata la volta della Domus hospitalis: per questa, «quasi due milioni di euro spesi». Hanno partecipato tantissime fondazioni: tutte stregate dalla personalità «sicura e umana» di questo presidente. Che ora rimette in piedi il pensionato Egidio Trezzi, chiuso da tempo per inagibilità. La spesa prevista è di 1,8 milioni di euro, parteciperà Fondazione Cariplo e donatori privati. I lavori sono partiti a settembre, dovrebbero chiudersi entro maggio. «Poi penseremo ad altri progetti». La molla che la spinge, professor Seddio, qual è? «Aiutare oggi, da una posizione importante e credibile, chi si trova a disagio, come me tanti anni fa».