Fermata dall’Arma banda di rapinatori pendolari
Assalti in tutto il Nord, 30 in manette. La svolta dopo il colpo in posta a Cesano Maderno
A tradire la banda del buco è stata una telefonata. Una chiamata anonima del 27 febbraio scorso da un autogrill vicino Parma, che avvertiva di due macchine in viaggio verso «il Milanese» per commettere furti e rapine. Qualcuno che ha voluto fare uno sgarro ai malviventi, forse perché sentitosi tradito dagli stessi, e che ha fornito i numeri di targa.
Partendo da questa informazione, nell’arco di 7 mesi, i carabinieri di Monza hanno chiuso il cerchio su un gruppo di ladri professionisti, tutti provenienti da Napoli, quartieri Barra e San Giuliano, accusati di 25 episodi tra furti, tentati furti e una rapina, commessi dal Piemonte alla Lombardia, fino alla Calabria.
In tutto 30 persone, tra i 25 ed i 50 anni, raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal gip brianzolo Emanuela Corbetta, con accuse di associazione a delinquere. Una banda perennemente in trasferta che si muoveva dal capoluogo partenopeo, senza appoggi esterni nelle regioni dove compiva le razzie, e che era a sua volta articolata in due batterie. Quella specializzata nei furti a banche, uffici postali, supermercati. La tecnica, forse rudimentale ma ben collaudata, era quella del foro praticato nel muro esterno, per poi dedicarsi, alle casseforti.
L’altro gruppo d’azione invece agiva negli autogrill del basso Lazio, e prendeva di mira camion di passaggio che venivano «alleggeriti» del carico. I vari colpi avrebbero fruttato 250 mila euro. «Malviventi organizzati e instancabili, che avevano provocato allarme nei piccoli centri di provincia in cui agivano», li ha definiti il tenente colonnello Rodolfo Santovito, comandante del gruppo Carabinieri di Monza. Sono stati catturati tutti nei loro quartieri, senza problemi di ordine pubblico.