Deliri di onnipotenza e humour nero nel ventre di Napoli
Due spettacoli da non perdere al Parenti
Una Napoli madre e matrigna, brulicante di vita ma anche impegnata ogni momento a flirtare con la morte. Una dialettica continua che spesso assume il gusto amaro della farsa nera. Questo accomuna i due spettacoli in scena al Parenti tra oggi e il 29 novembre. Si tratta del «Signor di Pourceaugnac» della Compagnia Punta Corsara e di «Eternapoli» di Giuseppe Montesano ed Enrico Ianniello, anche regista e interprete sotto l’egida produttiva del Parenti e di Teatri Uniti.
La giovane e formidabile Punta Corsara, reduce dal successo, la passata stagione, del suo «Hamlet Travestie», questa volta rende omaggio a Molière e alla tradizione comica partenopea, riproponendo un fortunato spettacolo del 2010, una farsa piena di ritmo e humour nero su falsi nobili, intrignera» ghi amorosi e medici sinistri. Il Pourceaugnac del titolo, in origine un goffo provinciale di Limoges, diventa un improbabile principe slovacco alle prese, dice Emanuele Valenti (sua la drammaturgia, con Antonio Calone, e la regia), «con una città come Napoli, beffarda e inospitale, abitata da burattini che tirano i fili di una farsa grottesca. Ci è sembrato che i personaggi potessero naturalmente ritrovarsi in una città come la nostra, a cui già Molière pensava ne “Le furberie di Scapino”. Da qui siamo partiti per raccontare la realtà che conosciamo, riambientando il testo e traducendo i giochi di lingua, i dialetti e i diversi registri che sono nell’originale francese».
Altrettanto livida e visionaria è la Napoli che scaturisce dal romanzo di Giuseppe Montesano «Di questa vita menzo- (pubblicato da Feltrinelli), che Enrico Ianniello ha adattato per la scena, insieme all’autore, con il titolo di «Eternapoli». Qui, in un delirio di onnipotenza degno di una corte borbonica da terzo millennio, è la famiglia Negromonte, ricchissima e spregiudicata, a spadroneggiare su una città ormai al collasso. Vogliono venderla e distruggerla per trasformarla in un gigantesco parco tematico, dove la vita recitata sostituisca definitivamente la vita reale. A Ianniello il compito di dare voce ai diversi personaggi e di guidare lo spettatore nel ventre corrotto della volgarità del potere, emblematicamente rappresentato da due pantagruelici banchetti, a Natale e a Pasqua, celebrati dai Negromonte nel palazzo settecentesco eletto a loro quartier generale.