Corriere della Sera (Milano)

BIOTECH, I FATTI DOPO IL MARKETING

- Di Massimo Sideri

Èpassata tanta Milano in questi giorni a San Francisco. E non a Columbus Avenue, cuore della sempre vivace Little Italy, ma al Jp Morgan Healthcare conference, appuntamen­to molto atteso da un altro mondo molto distante ma non meno vivace, quello del biotech. Durante la tappa locale del roadshow Invest in Italy, organizzat­a dall’Ice, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha raccontato di quanto accade a Milano, ha citato le eccellenze come il Tiget, l’istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, ha lasciato spazio come esempio da seguire alla storia di Eos, biotech meneghina venduta proprio agli americani nel 2013 per quasi mezzo miliardo di dollari. Infine ha portato il caso di Human Technopole, il polo voluto dal governo di Matteo Renzi per sfruttare la scia del successo dell’Expo.

Bene: è giusto raccontare ciò che abbiamo fatto e ciò che ci apprestiam­o a fare. Troppo spesso la narrativa anti-italiana — alimentata, va detto, dagli stessi italiani — ci ha penalizzat­i all’estero. Ma adesso si proceda, perché è proprio in mezzo al guado che siamo bravissimi a cadere nella facile lusinga del marketing. Dei 150 milioni per dieci anni che lo stesso premier aveva promesso per alimentare i fatti dopo le parole ne sono arrivati per ora 80 all’Istituto italiano di tecnologia a cui è stato affidato il ruolo di gestire l’esperienza. E per un anno. La cifra era stata stanziata a fine novembre con il decreto legge 185/2015 che, dunque, dovrà essere convertito in legge proprio in questi giorni. La questione non è di lana caprina: da una parte si può pensare che 80 milioni siano una bella cifra per dare operativit­à al progetto. Dall’altra, pur avendo fiducia che i restanti 70 milioni arriverann­o, preoccupa che lo stanziamen­to sia per un solo anno: come si potranno attirare le eccellenze senza potergli offrire un orizzonte temporale superiore ai 12 mesi?

C’è poi l’urgenza di organizzar­e la transizion­e tra il Post Expo e l’Human Technopole: diverse delegazion­i straniere hanno lasciato le strutture nell’area ma a patto che non vengano usate a scopo di lucro. Un’occasione da non perdere per creare spazi di coworking e accelerato­ri, una «Madonnina Valley» che inizi a popolare l’ecosistema in attesa che arrivino le università e gli scienziati. La campagna elettorale per il sindaco di Milano purtroppo è un momento delicato, fatto più di promesse e speranze che di decisioni prese. Il peso grava sul sindaco Pisapia che si deve prendere l’onere di lavorare per chi verrà, chiunque esso sia.

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