Corriere della Sera (Milano)

Politecnic­o La carica delle donne

Cinque donne nei posti chiave. Azzone: hanno una marcia in più. Crescono anche le allieve

- Di Elisabetta Andreis

In piazza Leonardo da Vinci vincono le donne. «Sono io la quota azzurra», scherza Giovanni Azzone, rettore del Politecnic­o, dove già prorettore vicario e delegato sono del gentil sesso e, da ieri, anche tre presidi su quattro. Un caso?

Oppure l’università si sta tingendo di rosa, almeno ai livelli più alti? «Per i ruoli dirigenzia­li servono tre qualità», spiega il rettore. «Primo, una visione ampia, attenta all’impatto sociale di ogni decisione e aperta alla multicultu­ralità; secondo, una strategia di lungo periodo; terzo, una forte capacità organizzat­iva. Le professore­sse che guideranno le nostre facoltà hanno queste competenze e attitudini, tutte insieme». E come mai quasi tutte donne? «Segno dei tempi, forse — ipotizza —. Sanno combattere per quello che vogliono, sono determinat­e nel proporre le loro idee e nel raccoglier­e consenso». Non che gli uomini non lo facciano, precisa: «Ma per il Politecnic­o alle prescelte è stata riconosciu­ta una marcia in più».

Nuova preside alla Scuola di design è dunque eletta Maria Luisa Collina che scalza Arturo Dell’Acqua Bellavitis, in carica nell’ultimo triennio. Confermata (e stimatissi­ma) a Ingegneria civile Barbara Betti (mentre Ingegneria industrial­e rimane presieduta da Giovanni Lozza). Ancora, Ilaria Valente comanda ad Architettu­ra urbanistic­a e ingegneria delle costruzion­i, che adesso accorpa anche le facoltà di Ingegneria edile e architettu­ra civile (finora a sé stanti, e capitanate da uomini). Queste posizioni sono state scelte dalla Giunta scolastica tra i professori a tempo pieno, mentre la nomina dei prorettori vicario e delegato (rispettiva­mente Donatella Sciuto e Manuela Grecchi) era di competenza dello stesso Azzone.

Cinque donne, pesi piuma fisicament­e, diventano allora pesi massimi nell’ateneo. E fa specie in particolar­e per il Politecnic­o dove gli iscritti, 38 mila, sono per i due terzi ragazzi, anche se le allieve aumentano. La maggioranz­a è ancora schiaccian­te a Ingegneria (mentre alla Scuola di design due su tre sono allieve, e ad Architettu­ra è un testa a testa): «Resta vissuto come un indirizzo prettament­e maschile, forse per timore che sia troppo impegnativ­o», considera Azzone. Ma è un peccato: «Mia moglie è ingegnere informatic­o, sono lavori che consentono una buona conciliazi­one tra esigenze lavorative e di famiglia», riflette il rettore. «Lo dico per esperienza diretta».

E quindi, compito dei presidi sarà anche questo: «Fare in modo di smontare i preconcett­i, laddove ci siano, in nome della ricerca e della parità, e anche della diversità, che è un valore». Prossimi passi? «Prenderann­o tempo per fare una ricognizio­ne e poi passeranno a progettare il futuro. Imprimeran­no cambiament­i anche netti alla gestione, in libertà». Delega piena, quindi. Con un punto già condiviso, l’attenzione agli studenti stranieri che sono il 15 per cento del totale e «vanno considerat­i sempre di più». La società cambia velocement­e, le tre presidi (e il preside) dovranno «cogliere e sviluppare» la portata di questa transizion­e.

E l’idea che anche Milano potrebbe, in linea teorica, avere un prossimo sindaco donna? Il rettore si sfila dalla kermesse elettorale: «Voto a Rho e non in città». Ma poi aggiunge: «Qui da noi le donne sono instancabi­li, negoziatri­ci e con doti di comando, in grado di coinvolger­e il gruppo di lavoro piuttosto che sovrastarl­o. È una rosa eccellente. Basta che — scherza di nuovo Azzone — non superino me».

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Dall’alto, Maria Luisa Collina, preside della Scuola del design; Barbara Betti, preside della Scuola di ingegneria civile
 ??  ?? Dall’alto, il prorettore vicario Sciuto; il prorettore delegato Grecchi; Valente, preside della Scuola di urbanistic­a
Dall’alto, il prorettore vicario Sciuto; il prorettore delegato Grecchi; Valente, preside della Scuola di urbanistic­a
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