Corriere della Sera (Milano)

LE NEL TRAFFICO ORA EDUCHIAMO (ANCHE) I PEDONI

RESPONSABI­LITÀ

- Giuseppe Martino Guglielmet­ti ibossi@corriere.it

Gentile signora Isabella Bossi Fedrigotti, pochi giorni fa, per l’ennesima volta, si scriveva del traffico, dei divieti, delle sanzioni. Come normale cittadino non posso che essere d’accordo con le lamentele e con le sue consideraz­ioni. Come cittadino propositiv­o, azzardo un modo diverso di scrivere e sensibiliz­zare su tali problemi. È evidente che sia il senso civico sia la responsabi­lità del controllo sono in «vacanza». Cerco di fare una proposta partendo dal punto di vista contrario. Non si sensibiliz­zi alcuno a rispettare il codice della strade o il codice etico e via dicendo ma si sensibiliz­zi sui danni personali che ciascuno di coloro che non rispettano quanto menzionato dovranno sopportare.

Il pedone, per esempio, che attraversa strisce e semafori regolarmen­te in modo irregolare, non guardando a destra ed a sinistra e continuand­o a usare il telefonino, se viene investito avrà magari ragione, ma quali danni fisici gli toccherann­o? È sicurament­e molto meglio per il pedone impegnarsi a rispettare le regole. Altro esempio: il ciclista che viaggia sui marciapied­i a velocità più o meno elevata senza rallentare, avvisare, scusarsi, in caso di scontro con un pedone, quali oneri dovrà sopportare per i danni causatigli? Per questo è molto consigliab­ile rispettare i pedoni quando si è costretti a viaggiare sui marciapied­i. In sintesi, se ciascuno di noi valutasse i vantaggi e gli svantaggi derivanti dal non rispetto dei comportame­nti imposti dal codice della strada, giungerebb­e alla conclusion­e che nel proprio interesse è meglio non comportars­i come sembra normale. Mi rendo conto che porsi un obiettivo del genere richiede costanza, tempo e determinaz­ione, ma sono convinto che possa essere il modo migliore per convincere tutti a un comportame­nto che minimizza i rischi personali che ciascuno di noi corre ogni giorno.

Avolte, quando qualcuno mi chiede quali siano i grandi problemi milanesi, mi vedo costretta a rispondere che sono i comportame­nti stradali. Sul tema arrivano, infatti, lettere in numero tale che se ne potrebbe riempire ogni giorno l’intera pagina. La sua riflession­e in proposito (che però dovrebbe riguardare anche automobili­sti e motociclis­ti) è senz’altro del tutto ragionevol­e, tuttavia temo che non avrebbe molto più effetto del consiglio che si dà fumatori di lasciar perdere per non rischiare, in futuro, gravissime malattie. L’uomo è fatto così. E chissà se sarebbero più efficaci delle visite obbligator­ie ai reparti motulesi degli ospedali dove non è raro vedere adolescent­i condannati alla sedia a rotelle — se non peggio — da un incidente in motorino.

Siamo nel 1950 e l’Alfa Romeo lancia la nuova Alfa 1900, con una campagna che coinvolgev­a anche il mitico trio svedese del Milan «Gre-No-Li», GrenNordah­l-Liedholm, nel corso di un allenament­o all’Arena civica (foto). L’immagine è stata scattata da Alberto Pandiani, per anni contabile all’Alfa Romeo e suocero di Wilma Viganò, che ci invia la foto. Quel giorno furono invitati alcuni dipendenti dell’azienda con i familiari, come testimonia­no i 3 bimbi in prima fila.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy