LE NEL TRAFFICO ORA EDUCHIAMO (ANCHE) I PEDONI
RESPONSABILITÀ
Gentile signora Isabella Bossi Fedrigotti, pochi giorni fa, per l’ennesima volta, si scriveva del traffico, dei divieti, delle sanzioni. Come normale cittadino non posso che essere d’accordo con le lamentele e con le sue considerazioni. Come cittadino propositivo, azzardo un modo diverso di scrivere e sensibilizzare su tali problemi. È evidente che sia il senso civico sia la responsabilità del controllo sono in «vacanza». Cerco di fare una proposta partendo dal punto di vista contrario. Non si sensibilizzi alcuno a rispettare il codice della strade o il codice etico e via dicendo ma si sensibilizzi sui danni personali che ciascuno di coloro che non rispettano quanto menzionato dovranno sopportare.
Il pedone, per esempio, che attraversa strisce e semafori regolarmente in modo irregolare, non guardando a destra ed a sinistra e continuando a usare il telefonino, se viene investito avrà magari ragione, ma quali danni fisici gli toccheranno? È sicuramente molto meglio per il pedone impegnarsi a rispettare le regole. Altro esempio: il ciclista che viaggia sui marciapiedi a velocità più o meno elevata senza rallentare, avvisare, scusarsi, in caso di scontro con un pedone, quali oneri dovrà sopportare per i danni causatigli? Per questo è molto consigliabile rispettare i pedoni quando si è costretti a viaggiare sui marciapiedi. In sintesi, se ciascuno di noi valutasse i vantaggi e gli svantaggi derivanti dal non rispetto dei comportamenti imposti dal codice della strada, giungerebbe alla conclusione che nel proprio interesse è meglio non comportarsi come sembra normale. Mi rendo conto che porsi un obiettivo del genere richiede costanza, tempo e determinazione, ma sono convinto che possa essere il modo migliore per convincere tutti a un comportamento che minimizza i rischi personali che ciascuno di noi corre ogni giorno.
Avolte, quando qualcuno mi chiede quali siano i grandi problemi milanesi, mi vedo costretta a rispondere che sono i comportamenti stradali. Sul tema arrivano, infatti, lettere in numero tale che se ne potrebbe riempire ogni giorno l’intera pagina. La sua riflessione in proposito (che però dovrebbe riguardare anche automobilisti e motociclisti) è senz’altro del tutto ragionevole, tuttavia temo che non avrebbe molto più effetto del consiglio che si dà fumatori di lasciar perdere per non rischiare, in futuro, gravissime malattie. L’uomo è fatto così. E chissà se sarebbero più efficaci delle visite obbligatorie ai reparti motulesi degli ospedali dove non è raro vedere adolescenti condannati alla sedia a rotelle — se non peggio — da un incidente in motorino.
Siamo nel 1950 e l’Alfa Romeo lancia la nuova Alfa 1900, con una campagna che coinvolgeva anche il mitico trio svedese del Milan «Gre-No-Li», GrenNordahl-Liedholm, nel corso di un allenamento all’Arena civica (foto). L’immagine è stata scattata da Alberto Pandiani, per anni contabile all’Alfa Romeo e suocero di Wilma Viganò, che ci invia la foto. Quel giorno furono invitati alcuni dipendenti dell’azienda con i familiari, come testimoniano i 3 bimbi in prima fila.