«I miei personaggi? Anime in pena sulle strade di Roma»
Eleonora Danco stasera e domani al No’hma
«I miei personaggi arrivano dalla strada, sono anime in pena colme di personalità e voglia di vivere». Eleonora Danco, l’attrice dai monologhi più folli, poetici ed estremi della scena romana, è ospite al Teatro No’hma con un doppio appuntamento. S’inizia con «Intrattenimento violento», un monologo dal linguaggio diretto in cui s’intrecciano poesie e racconti, testi e dialoghi in italiano e in slang; uno spettacolo comico e disperato, un flash sulla vita a Roma, pensato ad hoc per la nostra città. «Per la prima volta interpreto tutti i personaggi», spiega: «c’è il pischello che deve uscire con la sua ragazza, ma anche la madre di una figlia con problemi psichici». Tra depressi e uomini volgari, casalinghe disperate e nottambule in cerca di «estasi», l’attrice sviscera frammenti di frasi, incontri immaginari e ricordi; una drammaturgia «fisica» che mischia colto e popolare, intimità e astrazione.
Più poetica la seconda parte della serata, «Squartierati», un monologo sulla memoria, frutto delle interviste che l’attrice ha realizzato incontrando alcuni anziani abitanti di Roma. Qui la protagonista è Maria, «una donna dai cali chimici» che cerca casa a San Lorenzo, il quartiere dove abitava da adolescente e ora stenta a riconoscere. «Al posto del calzolaio oggi c’è la Kebab House e dove andava a prendere il latte hanno aperto Porca vacca griglieria». Un’altra sfida, insomma, per raccontare quella Roma che l’attrice conosce bene. «Una città immobile, rarefatta che con tutta quella Storia presente in ogni strada è come se ti dicesse, ‘ndò vai? Qui comando io!». Ma è anche a tutto ciò che l’attrice deve il suo successo («Osservo la distruzione e ne prendo spunto») e il suo primo, premiatissimo film «N-Capace». Qui, come in teatro, la protagonista (la Danco) è un’anima in pena: «Vado in giro in pigiama per la città con un piccone per abbattere la nuova architettura che ha tradito i ricordi». Al suo fianco personaggi in conflitto che vagano, rallentati, «come se camminassero controvento anche se il vento non c’è», simbolo di una città «politicamente massacrata che ha perso il senso del panico».
E di Milano invece Eleonora Danco cosa pensa? «Mi piacciono le vostre strade pulite e quell’ordine che nasconde una vena di follia; da voi mi sono sempre divertita molto».