Al voto il 5 giugno Proteste bipartisan sull’ipotesi Alfano
Il leader di Possibile: rammarico per il tempo perso, ma c’è spazio
Basilio Rizzo sarà il candidato sindaco della sinistra-sinistra. Lo sostengono le diverse anime della coalizione «Milano in Comune», a cui si potrebbe aggiungere la formazione di Pippo Civati. Intanto Alfano accende le polemiche sulla data delle votazioni.
Oggi è il giorno dell’annuncio ufficiale: sarà Basilio Rizzo a guidare alle amministrative la sinistra sinistra. Dopo lunghi mesi di trattative, tavoli più o meno unitari, nomi «bruciati» e spaccature interne, l’area che a sinistra non si riconosce nell’ex commissario Expo Beppe Sala, uscito vincitore dalle primarie, avrà finalmente il suo candidato sindaco. Intanto, l’ipotesi di andare al voto il 5 giugno alimenta i timori sull’affluenza.
A sostenere la corsa a Palazzo Marino del presidente uscente del Consiglio comunale — con un trascorso di oltre 30 anni d’aula — saranno le variegate anime della coalizione «Milano in Comune». Che, dopo aver perso per strada alcuni compagni di viaggio, riunisce Rifondazione, l’Altra Europa, Comunisti Italiani e tutta una serie di associazioni. «Puntiamo ad arrivare al ballottaggio con la nostra proposta di governo — spiega il segretario milanese del Prc Matteo Prencipe — che vuole rappresentare quella parte di Milano che nel 2011 ha creduto e sperato nel cambiamento con Pisapia, percorso che si è però interrotto con la candidatura di Sala».
In queste ore dovrebbero poi aggiungersi anche quelli di Possibile, che ieri hanno incontrato Rizzo. La decisione arriverà dopo una consultazione online degli iscritti sull’ipotesi di confluire nel progetto. L’idea è dar vita a una lista unitaria «civico-politica» che potrebbe vedere proprio uno dei dirigenti milanesi della formazione di Pippo Civati come capolista. La scelta di unire le forze, precisa subito Civati, «sarà presa a livello milanese. Non sono io a decidere. Siamo realmente democratici, noi». Ma il suo giudizio sul candidato è positivo. «È una persona stimata, rispettabile, che ha avuto sempre una posizione critica e di responsabilità anche con la giunta Pisapia». «Se Rizzo riesce a riunire intorno a sé forze diverse e ribadisce la sua autonomia rispetto a Sala, è una scelta eccellente — ribadisce — che deve essere valutata. D’altronde, l’obiettivo fondamentale che abbiamo sempre indicato era di riunire il maggior numero di soggetti sociali e politici intorno a una candidatura alternativa a Mr Expo». Certo, ammette l’ex pd, «abbiamo perso molto tempo, e questo non ha aiutato. E poi
Passera Alfano trovi una tempistica che sostenga l’affluenza Sala Non è il periodo giusto, ma ora si deve fissare in fretta Parisi La data non va bene perché rientra nel ponte del 2 giugno
c’è rammarico per aver perso qualche compagno di strada. Ma — ne è sicuro Civati — spazio per una corsa a sinistra c’è comunque e a prescindere, a Milano e in tutta Italia».
Nel frattempo una frase del ministro Alfano accende le polemiche. «Aspetto il rientro del premier Renzi dagli Usa — ha anticipato il titolare del Viminale — per valutare insieme a lui la data delle elezioni. Ma a lui proporrò quella del 5 giugno». Una settimana prima rispetto alla previsione del 12 giugno. Ma lo spettro rimane quello dell’astensione. Non ci gira intorno Stefano Parisi. «L’ipotesi del 5 giugno — sentenzia il manager che guiderà il centrodestra — favorirebbe l’astensionismo. La data non va bene perché è troppo avanzata e rientra nel ponte del 2 giugno, mentre si dovrebbe votare a scuole aperte». È più cauto Sala: «Vorrei che la data fosse fissata in fretta. Ritengo che il 5 giugno vada bene, anche se non è il periodo ideale. Rispetto all’ipotesi del 12 giugno è comunque meglio».
Il candidato Cinque Stelle Gianluca Corrado insiste invece sull’importanza di «riuscire a dare l’ufficialità della data a tutti il più velocemente possibile. È vero che il 5 è vicino alla festività del 2 giugno, ma avere il primo turno il 12 porterebbe il ballottaggio al 26, con il rischio di tante famiglie fuori città». Corrado Passera infine si appella ad Alfano «affinché s’impegni a trovare una tempistica che favorisca il più possibile la partecipazione. Fissare il ballottaggio il 19 giugno — mette in guardia il candidato di Italia Unica — quando molti elettori potrebbero essere già fuori città, pregiudicherebbe fortemente un’ampia e diffusa partecipazione democratica».