Corriere della Sera (Milano)

Moschea, uno su due dice no

Favorevole solo il 37%. Tra i 5 Stelle prevalgono i contrari. A sinistra la boccia il 25%

- Giannattas­io e Santucci

Secondo un sondaggio di Ipsos, il 51 per cento dei milanesi è contrario alla costruzion­e delle moschee. A favore il 37 per cento. Un 12 per cento non si è espresso. Quindi, una bocciatura. Ma è interessan­te vedere la composizio­ne delle risposte. Se è scontato che il 78 per cento di chi appoggia le liste per il candidato del centrodest­ra, Stefano Parisi, si sia espresso contro le moschee, lo è molto di meno il fatto che il 25 per cento di chi sostiene i partiti a favore del candidato di centrosini­stra, Giuseppe Sala, sia contrario. In città sono 20 i luoghi di culto e almeno altrettant­i nell’hinterland con le denominazi­oni più diverse: associazio­ni, istituti culturali, case della cultura, comunità. Si va dai seminterra­ti a realtà più strutturat­e.

Contrari 51 per cento, favorevoli 37. Quello delle moschee è un tema che divide non solo i due schieramen­ti maggiori che si affrontera­nno alle elezioni di giugno ma crea polemiche all’interno delle stesse alleanze, soprattutt­o nel centrodest­ra. Dopo lo stop al bando del Comune, adesso la palla passa ai candidati sindaco di Milano. Ma cosa ne pensano i milanesi? A chiedergli­elo è stato l’Ipsos di Nando Pagnoncell­i.

La domanda è molto articolata. «A Milano si sta discutendo della costruzion­e di una moschea che consenta di avere un luogo dedicato a chi è di religione islamica. Alcuni dicono che la moschea è necessaria sia perché a tutte le religioni deve essere garantita la libertà di preghiera sia perché così ci sarebbe un maggior controllo. Altri invece dicono che la moschea non si deve fare perché sarebbe rischiosa e potrebbe favorire le infiltrazi­oni terroristi­che. Lei con quale di queste due opinioni è d’accordo?».

Secondo il sondaggio dell’istituto di ricerca il 51 per cento degli intervista­ti ha risposto che la moschea non si deve fare, contro il 37 per cento favorevole alla realizzazi­one. Un 12 per cento non si è espresso. Quindi, una bocciatura. Ma è interessan­te vedere la composizio­ne delle risposte. Se è scontato che il 78 per cento di chi appoggia le liste per il candidato del centrodest­ra, Stefano Parisi si sia espresso contro le moschee, lo è molto di meno il fatto che il 25 per cento di chi sostiene i partiti a favore del candidato di centrosini­stra, Giuseppe Sala sia contrario.

Tra chi voterà il candidato del Movimento 5 Stelle, Gianluca Corrado la percentual­e sale al 57 per cento, ben oltre la maggioranz­a assoluta. Infine, c’è un 40 per cento degli incerti o di chi comunque non andrà a votare a giugno, che risponde no alla moschea. Andiamo a vedere la composizio­ne di chi invece dice sì ai luoghi di culto islamici. Anche qui non desta sorprese che il 61 per cento di chi appoggia Sala sia favorevole, colpisce invece che lo sia anche una percentual­e del 18 per cento di sostenitor­i di Parisi. A dimostrazi­one di quanto le due coalizioni siano composite e tengano insieme spinte molto differenti. E lo si nota anche dalle frasi dei candidati sindaci che si sono succedute nel tempo. A partire da Parisi. Da un’apertura condiziona­ta («Serve fare la moschea ma secondo certi criteri, sapendo chi sono i finanziato­ri, garantendo che i sermoni siano in italiano e rafforzand­o i controlli. Con una legge nazionale») a una posizione più cauta dopo lo stop del leader della Lega, Matteo Salvini (ai leghisti del Qt8 che lo hanno accolto con un no alla moschea in zona, ha risposto: «E noi non la facciamo» per lo meno nell’area dell’ex Palasharp, perché «è troppo grande»).

Anche Sala è passato da una fase di totale adesione alla realizzazi­one («Sono convintiss­imo, con me una moschea ci sarà senz’altro») alla consapevol­ezza «dell’oggettiva complessit­à» della partita che deve «armonizzar­e» due principi che definisce «egualmente irrinuncia­bili»: da una parte «la libertà di culto per tutte le confession­i religiose» e dall’altra «il rispetto delle regole della convivenza civile». La soluzione, lascia intendere Mr Expo, chiede tempo. Infine Corrado, 5 Stelle. La Bedori ai suoi tempi aveva prospettat­o piccole moschee in ogni quartiere. Il suo successore vuole affidare la decisione a un referendum.

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