Il jukebox umano degli Oblivion «Diteci quale canzone fare a pezzi e sarete accontentati»
Nel «Jukebox» degli Oblivion si frulla tutto, da Vasco Rossi al Quartetto Cetra
«Possiamo fare tutto Sanremo in cinque minuti con le canzoni vincitrici in ordine cronologico, il nostro repertorio va da Nilla Pizzi all’ultimo FestivalZar». Dopo aver fatto innamorare milioni di studenti con i loro bigini letterari («I Promessi sposi in 10 minuti», e «L’Inferno in 6 minuti»), gli Oblivion sfidano il pubblico con un nuovo progetto: «The Human Jukebox», da martedì al Teatro Leonardo (via Ampere 1, ore 20.30, ingr. 25 euro, fino al 1 maggio). Uno spettacolo che prende a sciabolate i grandi nomi della musica per inventarsi impossibili duetti, canzoni distrutte e ricostruite tra gag e parodie. Il tutto con la complicità del pubblico che ogni sera decide quale artista mettere nel folle frullatore.
«Siamo come un mangianastri che mastica tutta la musica mai scritta», affermano gli Oblivion, «sul nostro palco possono convivere Giusy Ferreri e Marco Mengoni, i rapper e il Trio Lescano e altri mille improbabili mash-up». Ogni sera dunque uno spettacolo diverso, che trasforma il palco in un Spotify vivente in base alle richieste del pubblico. «I fan in rete ci premiano con migliaia di visualizzazioni per i nostri abbinamenti “Morandi vs Queen”, “Ranieri e I Beach Boys”, “Lady Gaga e J.S.Bach”, in teatro invece ci sfidano per vedere come ce la caviamo con l’improvvisazione. Più gli spettatori sono feroci, più ci divertiamo». I nomi suggeriti dagli spettatori sono quasi sempre gli stessi. «I più gettonati sono I Nomadi, De André, Vasco Rossi, Ligabue, Gianni Moran- di, Laura Pausini, e Renato Zero. Nek è la new entry».
Nello «Human Juke box», gli Oblivion non perdono l’occasione di infilare qualche sketch; sul palco le caricature di Albano e Romina, Pupo e Toto Cutugno, attesissime star di un importante festival russo, il FestivalZar; in scena anche il mondo dei talent show, con Noemi che canta con i polipi in gola. E se il pubblico più esigente resterà a bocca aperta con i surreali dialoghi monovocali, gli aficionados avranno i loro brani storici, da «Una zebra a pois» in chiave rap all’irresistibile rilettura di «Nella vecchia fattoria» del Quartetto Cetra. Oggi visita guidata «Sulle tracce del serpente»: dalla Chiesa di San Gottardo in Corte al Duomo percorso alla ricerca dei simboli dei Visconti per scoprire la storia del casato e della fondazione dela Cattedrale.