Montepaschi palazzo venduto con suspense
Per il palazzo della banca Generali scalza Hines Offerti 50 milioni: 7 piani, 5 mila metri quadrati
Vendita con suspense per il palazzo di Monte dei Paschi in via San Pietro all’Orto, a un passo dal Quadrilatero. Generali ha scalzato gli americani di Hines con un rilancio sul prezzo proprio all’ultimo, quando ormai fonti bancarie ed esperti del settore davano per chiusa l’operazione della controparte Usa. Invece niente da fare: grazie per l’offerta (intorno ai 44 milioni, si dice) e arrivederci. «Le trattative le chiudiamo con altri», è in sostanza il contenuto della lettera arrivata venerdì sera, a sorpresa, al fondo. Che aveva previsto, insieme ai negozi di lusso e agli uffici, anche una bella riqualificazione del portico di fronte al cinema Arlecchino, oggi non ben valorizzato.
L’edificio, oltre 5 mila metri quadrati su sette piani ai civici 22-24-26, fu storica sede di Antonveneta, passò ad Abn Amro con la fusione e infine al Monte dei Paschi, che ha ancora lì sede. Da adesso in poi, i negoziati dovrebbero diventare in esclusiva con il gruppo assicurativo, pronto a trasferire il suo quartier generale nel grattacielo Storto dell’architetto Zaha Hadid, a City Life, lasciando piazza Cordusio. Per via San Pietro all’Orto la cifra non sarebbe lontana dai 50 milioni, sui 10 mila euro al metro quadrato. Sotto le attese del gruppo bancario toscano che comunque mette a segno la più grande operazione immobiliare degli ultimi anni e con la vendita genererà una ricca plusvalenza, visto che lo stabile è stato valutato prudenzialmente a bilancio con una cifra nettamente più bassa.
Hines, dal canto suo, non resta con le mani in mano. L’anno scorso, con la separazione dalla Sgr (che ora si chiama Coima ed è guidata da Manfredi Catella), ha ceduto tutti i suoi immobili ad eccezione di quello in via Crespi, sede di Richemont. Procurandosi molta liquidità. Sempre l’anno scorso aveva partecipato (e perso) la gara per palazzo Broggi, ma ora si è appena aggiudicata lo stabile con Yamamay in via Dante 16, per 70 milioni tra muri e ristrutturazione.
«Abbiamo ancora 450 milioni a budget da spendere nei centri storici italiani, e facendo leva sul debito possiamo aggiungerne altrettanti — fa sapere dal canto suo il responsabile Mario Abbadessa —. Milano è una città sempre più turistica, in pieno fermento immobiliare. Per noi è in cima alla lista delle preferenze insieme a Firenze».
Secondo fonti, sotto la Madonnina si starebbe raffreddando l’interesse per l’immobile che fa capo a Sorgente in piazza Cordusio, mentre sarebbero invece considerate «calde» due operazioni in pieno Quadrilatero, per un valore complessivo che si dovrebbe aggirare sui 150-20 milioni. L’importante è che la città valorizzi al massimo i suoi palazzi, soprattutto quelli storici, e non li ceda sotto costo (anche se i grandi gruppi italiani hanno in pancia immobili da dismettere con una certa urgenza).
«A Milano immagino, in un prossimo futuro, tante High Street, sul modello di New York, con negozi moderni che si insedieranno prendendosi in carico anche la riqualificazione, la cura e la vitalità delle strade (e dei portici) prospicenti, a beneficio di tutti i cittadini», conclude Abbadessa. E anche in via San Pietro all’Orto avrebbe dovuto essere così.