Notte siciliana all’insegna del jazz
Giovanni Mazzarino conduce al Piccolo una serata dedicata ai giovani talenti
Chi ha seguito negli anni l’importante rassegna milanese «Orchestra senza confini» sa che essa ha più volte presentato, nelle sue diverse stagioni, una serata intitolata «Italian Jazz Graffiti», nella quale metteva in vetrina, con giusto orgoglio, una sfilata di talenti nazionali appartenenti a ogni generazione e provenienti dai quattro angoli della Penisola. Di recente quell’iniziativa è stata affiancata da un’analoga proposta, «Italian Young Graffiti», che focalizzava l’attenzione sui musicisti emergenti. Stavolta una serata con quel nome non c’è stata, ma a conclusione della diciottesima edizione ecco che domani al Teatro Melato si affaccia «Sicilian Night», che ne è una rinnovata incarnazione.
La Sicilia rappresenta infatti da vari decenni uno dei vivai più popolosi delle idee che rendono unico e spesso appassionante il «nuovo» jazz italiano. A coordinare la serata, al fianco naturalmente di Enrico Intra, ideatore e direttore della Civica Jazz Band, è stato chiamato il pianista messinese Giovanni Mazzarino, cinquantenne protagonista di molte brillanti iniziative musicali.
Mazzarino sa muoversi in elegante equilibrio fra le suggestioni sonore radicate nel mezzo del Mediterraneo e le tradizioni provenienti dal retroterra statunitense del jazz; ha collaborato con molti stori- ci protagonisti d’Oltreatlantico ma è stato anche al fianco, spesso rivelandone le qualità, di infinite personalità di casa nostra. Non a caso in «Sicilian Night» il suo ruolo è quello dell’arrangiatore di specifiche partiture ideate per la Civica Jazz Band, ma anche del patrocinatore di nuovi talenti. Questa «notte siciliana» è perciò in buona parte anche una «Young Night»: potremo ascoltare quattro giovani siciliani in rapidissima maturazione, tutti cresciuti al fianco di Mazzarino.
Ecco dunque la cantante Daniela Spalletta, particolarmente versata nella difficile arte dello «scat», l’improvvisazione vocale senza uso di parole; il sassofono tenore di Francesco Patti; e una nuova, stimolante «impresa di famiglia» (dalla Sicilia sono già emersi negli anni Ottanta i fratelli Amato), Giovanni e Matteo Cutello, sax contralto il primo, trombettista il secondo. Tutti naturalmente si faranno valere al fianco dell’orchestra di casa, nella quale militano altri jazzisti ben noti come Emilio Soana alla tromba, Roberto Rossi al trombone, Giulio Visibelli ai sax, Marco Vaggi al contrabbasso e Tony Arco alla batteria. Infine, a impreziosire la serata, ci sarà una mostra con le fotografie scattate in Sicilia da un popolare «fotografo jazz», Pino Ninfa.