Corriere della Sera (Milano)

La partigiana Lia, eroina di quartiere

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È il 24 aprile 1945: i nazisti sono in rotta, ma anche in fuga non risparmian­o violenza. Muore così Gina Galeotti Bianchi, ai combattent­i nota come Lia, staffetta partigiana e figura di spicco del milanese Gruppo di Difesa della Donna, costola cittadina del Comitato di Liberazion­e Nazionale. Incinta di otto mesi, è falciata da una raffica di mitra sparata da un camion tedesco mentre sta correndo all’Ospedale Niguarda, verso i feriti di un esercito allo sbando in una città devastata dagli scontri che porteranno, il giorno dopo, alla liberazion­e. A lei — simbolo delle tante eroine «di quartiere» che sostennero la Resistenza milanese — è dedicato «Nome di battaglia Lia», classico del teatro di narrazione scritto, e diretto da Renato Sarti che torna da domani al 24 aprile al Teatro della Cooperativ­a (ore 20.45, via Hermada 8, € 18/9). Quello di Sarti è un paziente lavoro sulla storia orale, una ricerca minuziosa che ricostruis­ce la vicenda di Lia attraverso le testimonia­nze e i ricordi delle donne coraggiose che animavano la vita e la lotta antifascis­ta a Milano e nel quartiere di Niguarda. Maria, Silvana, Elisa, Teresa, Stellina sono i volti a cui danno vita Marta Marangoni e Rossana Mola in un ritratto tragico e vigoroso di un’epoca e un luogo non lontani. Un tempo che non va dimenticat­o, come non va scordato il prezzo pagato per il sogno della democrazia perché, spiega Sarti, «Si deve fare comprender­e ai più giovani che la libertà è costata sacrifici, sangue, lacrime».

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