Maxi residence per i profughi
Esplode l’emergenza: verranno ospitati a Pero. Ricoveri d’emergenza in via Tonale
Circa 60 profughi arrivati domenica hanno dormito in via Tonale, una sistemazione d’emergenza nel centro di prima accoglienza. Le strutture per i rifugiati, sia quelle del Comune, sia quelle della prefettura, sono piene. E si cercano nuove soluzioni: 500 profughi saranno ospitati in un residence a Pero; nuove tende montate a Bresso e in via Corelli; il Comune aprirà un bando per altri 50 posti.
Domenica sono arrivati a Milano 75 profughi. Hanno viaggiato da soli, al di fuori dei canali gestiti dal ministero dell’Interno. Dall’hub di via Tonale, struttura di prima accoglienza, hanno iniziato a chiamare i centri. Risposta ricorrente: «Qui, purtroppo, zero posti». Soltanto sedici persone hanno trovato ospitalità in via Mambretti. Tutti gli altri hanno passato la notte in via Tonale, nei locali delle Ferrovie concessi al Comune e affidati alla Fondazione Arca. È stata una soluzione estrema, perché all’hub non dovrebbe dormire nessuno.
La tendopoli
È la dimostrazione che Milano sta arrivando vicina al punto critico di una nuova emergenza profughi. Le strutture comunali, 550 posti, sono tutte al completo. Stessa situazione per i circa duemila posti gestiti dalla prefettura. Così, nel fine settimana, sono state montate nuove tende sia nel centro della Croce Rossa a Bresso, sia nel cortile dell’ex Centro per le espulsioni di via Corelli (circa 100 sistemazioni).
Palazzo Marino aprirà a breve un bando per la ricerca di altri 50 posti. E la prefettura ha dato il via libera per ospitare fino a 500 profughi in uno stabile a Pero.
È un residence, in passato occupato anche da spacciatori, tanto che nel 2011 un’operazione dei carabinieri si concluse con 7 arresti. Nei mesi scorsi la prefettura ha aperto un bando per 4 mila posti, ma soltanto 2 mila sono stati «coperti». Due cooperative siciliane avevano proposto l’adeguamento e la gestione del residence di Pero. La soluzione è stata accettata e, appena lo stabile sarà in ordine, la prefettura potrà iniziare a sistemare una parte dei profughi inviati a Milano nei programmi di redistribuzione dopo gli sbarchi.
Il campo base
Lo stabile di Pero si trova in via degli Orti, in una zona abitata, appena al di sotto dell’autostrada A4 e a meno di un chilometro dall’Expo. La distanza non è molto diversa da quella che separa il sito in dismissione dal «campo base», la struttura più funzionale per rispondere all’emergenza, che la prefettura aveva individuato come «soluzione tecnica» ottimale. A fine marzo però, in appena due giorni, i profughi (meno di un centinaio) sono stati allontanati dopo le pressioni dei partiti di centrodestra sul ministro Angelino Alfano. Lega, Forza Italia e Ncd non tolleravano in alcun modo l’accostamento di quell’umanità derelitta con l’Esposizione (anche se l’Expo è finita e il campo base è semplicemente una ex cittadella di container per gli operai, fuori dal luogo che l’anno scorso era occupato dai padiglioni).
I confini
Il quadro, ad oggi, è questo. I circa duemila posti gestiti dalla prefettura in provincia sono quasi tutti occupati. Con il controllo sempre più serrato dei confini a Nord (soprattutto al Brennero), i migranti hanno maggiore difficoltà a proseguire il viaggio verso il resto d’Europa e presentano la richiesta di asilo in Italia: negli ultimi mesi le domande sono cresciute quasi del 500 per cento; da ottobre 2015 sono circa 200 al mese. Da migranti «in transito», diventano stabili. E dunque una struttura di accoglienza che aveva retto ai flussi imponenti degli ultimi 2 anni potrebbe andare in crisi (perché è già satura) quando aumenteranno gli sbarchi nei prossimi mesi.
La distribuzione
Un discorso analogo vale per i 550 posti gestiti dal Comune, con l’impegno degli assessori Pierfrancesco Majorino (Servizi sociali) e Marco Granelli (Sicurezza). Palazzo Marino non ha altre strutture pubbliche a disposizione. Nei prossimi giorni aprirà dunque un bando per altri 50 posti, ma la cooperativa che si proporrà per accogliere i profughi dovrà avere anche uno stabile. Commenta Granelli: «Siamo preoccupati
La struttura ricettiva In passato l’albergo era anche stato occupato da spacciatori: sette gli arresti nel 2011
perché, anche se i flussi in ingresso non sono ancora elevatissimi, i centri sono già pieni. Ci aspettiamo che Maroni e Alfano facciano una più ampia distribuzione sulla Lombardia, altrimenti vuol dire che il presidente della Regione, per tutelare i lombardi, scarica i problemi sui milanesi». La necessità di nuove sistemazioni si fa sempre più urgente. È probabile che, nelle prossime settimane, la prefettura inserirà nelle strutture di accoglienza una ex caserma a Legnano o uno stabile a Peschiera Borromeo.
L’appello alla Regione Majorino: Maroni e Alfano facciano una più ampia distribuzione sulla Lombardia