Allo Ieo Sacchini erede di Veronesi
Guiderà il programma di senologia. «Qui attività scientifica d’eccellenza»
Èuno dei rientri di cervelli più clamoroso degli ultimi anni: l’oncologo Virgilio Sacchini torna dagli Usa e diventerà l’«erede» di Umberto Veronesi allo Ieo: sarà alla guida del Programma di senologia.
È uno dei rientri di cervelli più clamoroso degli ultimi anni. Già conteso da Istituto dei Tumori, Ieo e San Raffaele, il suo ritorno a Milano è stato annunciato a più riprese invano. Adesso è la volta buona. Virgilio Sacchini, 60 anni, oncologo di fama mondiale, lascia il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York per l’Istituto europeo di oncologia. Dal 9 maggio sarà alla guida del Programma di senologia a cui fanno riferimento la senologia chirurgica, oncologica, medica e plastica. Così il più famoso degli allievi di Umberto Veronesi prende idealmente il testimone dal maestro in uno dei templi dell’oncologia italiana.
Il ritorno del «superchirurgo», medico della scrittrice Oriana Fallaci e di altre pazienti illustri, è stato a lungo al centro di contese tra gli ospedali milanesi al top nella cura dei tumori. Nel luglio del 2010 l’aveva corteggiato l’Istituto dei Tumori. Un interesse che aveva innervosito i vertici dello Ieo, tanto da spingerli nell’agosto dello stesso anno a diffondere un comunicato stampa: «Virgilio Sacchini ritorna a casa all’Istituto europeo di oncologia — si leggeva in una nota ufficiale —. L’aveva lasciato nel Duemila, pur mantenendo intensi rapporti clinici e scientifici con la struttura». Il suo rientro a Milano poi sfumò per motivi ancora non chiari. Nel 2011 il San Raffaele rilanciò con un’offerta da capogiro che si bloccò con lo scandalo giudiziario e il rischio di bancarotta dell’ospedale che fu di don Luigi Verzé. Mai, però, Sacchini ha nascosto il suo desiderio di tornare in Italia: «Sono pronto a tornare a Milano. Sono convinto che qui nei prossimi dieci anni si giocherà la sfida italiana contro il cancro. Ma nella mia posizione non posso fidarmi delle proposte e delle promesse — aveva spiegato al Corriere della Sera —. Non posso lasciare con leggerezza una situazione ottimale da ogni punto di vista e invidiabile anche nella realtà americana. Lavoro nel più importante ospedale oncologico nel mondo, sono professore di ruolo in una delle università americane più accreditate e tutto questo è stato guadagnato con fatica senza intrallazzi politici. Se torno voglio garanzie chiare che mi consentano di importare un modello organizzativo dinamico con una eccellenza di cura, di controllo di qualità e di terapie personalizzate sui pazienti senza interferenze esterne o interne, altrimenti resto con piacere dove sono». Ora evidentemente le condizioni richieste si sono concretizzate. Così nello Ieo fondato da Umberto Veronesi sarà proprio il suo migliore allievo di fatto a succedergli.
Laureato alla Statale di Milano dove si è specializzato in Chirurgia generale, un’altra specializzazione in Oncologia all’università di Parma, Sacchini si è formato all’Istituto Nazionale dei Tumori sotto la La nomina Il «superchirurgo» lascia il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York guida di Natale Cascinelli, Bruno Salvadori e Umberto Veronesi, che l’ha portato nel ’96 allo Ieo. Nel 2000 il chirurgo viene chiamato come professore di Chirurgia alla Cornell University di New York, distaccamento della Senologia del Memorial. «Per il cancro al seno, il Memorial è stato pioniere negli studi genetici, in modo da identificare le pazienti a rischio da sottoporre a una speciale sorveglianza o a chirurgia di riduzione del rischio — sottolinea Sacchini —. Dal punto di vista diagnostico il Memorial è stato uno dei primi istituti al mondo a sviluppare la risonanza magnetica come indagine diagnostica selettiva. Dal punto di vista farmacologico numerosi sono i protocolli in atto con nuovi farmaci e vaccini. La personalizzazione della diagnosi e del trattamento sia chirurgico sia oncologico è una delle scommesse che il Memorial ha fatto in questi ultimi due anni investendo nella genomica». Ma il suo futuro è allo Ieo: «Un ospedale d’eccellenza europea che si avvicina molto al modello del Memorial — dice Sacchini al telefono da New York —. C’è una ricerca di base molto forte con una produzione scientifica tra le più importanti del mondo. Ci sono ricercatori impegnati nel capire meglio i meccanismi biochimici della progressione cellulare tumorale. Penso che si possa facilmente organizzare una ricerca transnazionale veloce ed efficace nell’interesse dei nostri pazienti».