Truffa dei voucher lavoro, due arresti Usa anche il nome della madre morta
Commercialista e marito smascherati dalle Fiamme gialle. Colpo da 3,5 milioni di euro
L’arma letale contro l’evasione fiscale, il grande fratello che minaccioso ed inflessibile controlla tutto e tutti incrociando anche i dati più insignificanti pur di cogliere in fallo il contribuente che vuole fare il furbo e sottrarsi alla presa diventa un’arma spuntata se le mitiche banche dati non parlano tra loro. Ed è così che per la prima volta in Italia una commercialista milanese, che sapeva benissimo come muoversi, con un sistema banale ma efficace ha frodato all’erario qualcosa come tre milioni e mezzo di euro prima che qualcuno se ne accorgesse (per caso) e la facesse arrestare.
Sembra una barzelletta quello che hanno scoperto gli investigatori della Guardia di finanza di Milano, non lo è. Cristina Mercuri, commercialista con qualche problema con la giustizia per reati societari, si è accorta che c’era un buco nel sistema informatico dei voucher che si acquistano per pagare i lavoratori non contrattualizzati, tipo i collaboratori domestici saltuari.
Come professionista poteva acquistarli sul sito dell’Inps versando poi il denaro sulle carte postepay che l’ente rilascia ai lavoratori. Chi ha un credito con lo Stato, ad esempio deve ricevere un rimborso dall’Agenzia delle entrate, può più. Con Cristina Mercuri, 52 anni, è stato arrestato il marito, Giorgio Di Veroli, 67 anni, che con lei faceva parte di un «sodalizio criminale» pericoloso, secondo il giudice Simion che ha anche ordinato la confisca dei beni della coppia per un valore pari alla truffa subita dall’erario. I due sono risultati in possesso di una casa di lusso in via Torino, a due passi da Piazza Duomo, e di un’altra a Santa Margherita Ligure. Nonostante l’intervento del Consiglio di Stato, i lavori in via Borgogna (nella foto) erano proseguiti. Ieri mattina, dai giudici amministrativi è così arrivato un richiamo forte e chiaro. E gli scavi si sono magicamente interrotti. Quindi, in attesa dell’udienza di dibattimento, che era già stata fissata per il 22 giugno, la Camera di Consiglio si riunirà il 12 maggio per definire le modalità e i dettagli del fermo lavori (p.d’a.).