«Ho cercato di uccidermi per sfuggire ai criminali»
«La sera stessa con intenti autolesionistici decidevo di ingerire una dose eccessiva di un tranquillante... Quel giorno avevo la sensazione di non avere più contro la sola famiglia Carnevale Bonino ma di avere contro molte persone e tra l’altro di elevato spessore criminale... Al pronto soccorso mi venivano praticate diverse lavande gastriche». Secondo l’accusa, la banda armata terrore del Pavese e sgominata in settimana dai carabinieri di Vigevano, dopo il 59enne Bruno Marasco (impiccatosi nella sua abitazione nel giugno 2015 anche dopo un’escalation di attentati) stavano per fare una seconda vittima: Corrado Fuso, 44 anni. Un mese prima della morte di Marasco, vicepresidente della società cooperativa Mar.Esi. entrata nelle mire dei criminali, Fuso aveva reso una lunghissima deposizione ai carabinieri. Racconti circostanziati, comprovati dagli investigatori che hanno dimostrato la disponibilità della banda armata di servire, nei territori marci di Gambolò e Vigevano, chiunque chiedesse un «aiuto» illegale. Nel caso specifico, ad arruolare i delinquenti sarebbero stati Anna Acquaotta e il figlio Daniele Carnevale Bonino, titolari della Edil Carnevale e autori di lavori di straordinaria manutenzione nella casa di Fuso. Erano poi sorte delle incomprensioni, sfociate in dissidi. Fuso voleva ricorrere alle azioni legali. A quel punto i due avevano chiamato i balordi per dargli una bella «lezione» e si erano appoggiati ai soliti già emersi nell’inchiesta, come Cristian e Andrea Merlin e Jonathan Peragine. A Fuso era stata incendiata la macchina e la banda aveva approfittato della presenza di un appartamento sfitto per mandarci a vivere uno di loro, così che da vicino di casa potesse dare quotidianamente fastidio al 44enne, mettergli pressione e paura. Tanto che lui aveva mandato via i genitori, trovando loro un nuovo alloggio per il terrore che potesse prima o poi capitare il peggio. I balordi erano armati di mitra, bombe, fucili e pistole. Erano pericolosi ed ulteriormente eccitati dalla cocaina che tiravano prima degli agguati.