Corriere della Sera (Milano)

MUSEO DI STORIA CONTEMPORA­NEA LA SEDE VA TRASFERITA IN

PERIFERIA

- Giuseppe Delfino Rossi ibossi@corriere.it

Gentile signora Isabella Bossi Fedrigotti, che fine ha fatto il Museo di Storia Contempora­nea del Comune? Questo museo, inaugurato il 24 maggio 1935 come Museo della Guerra con sede in un’ala del Castello Sforzesco, poi ricollocat­o dopo la II Guerra mondiale presso il Museo del Risorgimen­to e finalmente, nel 1963, inaugurato dal presidente della Repubblica Antonio Segni come Museo di Storia Contempora­nea nella sua definitiva sede di palazzo Morando in via Sant’Andrea, da ormai più di dieci anni è divenuto un museo fantasma. La collocazio­ne a Palazzo Morando sarà divenuta meno «interessan­te» per il sorgere del «Quadrilate­ro della moda» che ha dato alla zona un taglio di nuova e diversa internazio­nalità. Questo comunque non deve far dimenticar­e più di cento anni di storia che dal Risorgimen­to proseguono sino ai nostri giorni, un centinaio d’anni nei quali la città di Milano è sempre stata sede di molti dei principali eventi della nostra vita nazionale. Milano, dove lo spirito risorgimen­tale ha sviluppato valori democratic­i e di riscatto sociale; Milano luogo della nascita del Fascismo, della Guerra Civile, città insignita della Medaglia d’Oro della Resistenza; Milano uno dei motori nazionali della Ricostruzi­one e del «boom economico» e della lotta al terrorismo: non può permetters­i di dimenticar­e i documenti e gli oggetti che testimonia­no la sua storia recente.

La nuova amministra­zione deve impegnarsi a porre rimedio a questa situazione. Come punto di partenza si vogliono valorizzar­e le periferie... Quale occasione per trovare una sede al Museo! Proprio da quelle che un tempo erano vere periferie industrial­i, ma che ora stanno cambiando pelle in una città che vuole essere sempre più proiettata nel futuro, può ripartire il recupero della memoria: Lambrate, Gorla, Certosa, Bovisa, Rogoredo sono parte degli ultimi cento anni della città.

Il fatto è, così a me sembra, che in generale sia la storia a interessar­e poco e ancora meno la storia recente. Non a caso anche il museo del Risorgimen­to se ne sta lì, bello e ricco, ma in una certa solitudine. Trasferire in periferia il Museo di Storia contempora­nea sarebbe un gesto importante ai fini della promessa riqualific­azione dei quartieri più distanti dal centro; tuttavia, per attirare visitatori, servirebbe secondo me anche un contenitor­e non banale, di forte richiamo. Mi domando, infatti, tanto per fare un esempio, quanti degli innumerevo­li turisti d’arte sarebbero mai andati a Bilbao, centro lontanissi­mo dalla capitale, per vedere un museo se non ci fosse stata la molto speciale struttura del Guggenheim di Frank Gehry. lavori sono iniziati l’8 luglio su entrambi i lati della strada. Così la mattina del 9 luglio sono uscito di casa per svolgere il mio ruolo di commissari­o d’esame, ma la mia auto era stata rimossa con conseguenz­e immaginabi­li.

Dovrei fare ricorso, ma devo ammettere che non ne ho più le forze.

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