Corriere della Sera (Milano)

Mercato da 15 miliardi: flirt dell’export lombardo con l’Europa dell’Est

Primo partner la Polonia. Il freno delle sanzioni alla Russia

- Luca Rinaldi

Per la Lombardia l’Est Europa vale 15 miliardi di euro all’anno. E nel primo trimestre del 2016 il 13% delle esportazio­ni regionali è andato verso i mercati di Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Slovacchia e Ungheria per un valore complessiv­o di 2,3 miliardi di euro. Partner principale nei primi tre mesi del 2016 è la Polonia mentre la Russia, complici le sanzioni dell’Unione Europea dopo la crisi di Crimea, perde il 23,1%.

L’export lombardo nel 2015 ha toccato complessiv­amente quota 111 miliardi di euro, facendo segnare poco meno di un terzo di tutte le esportazio­ni italiane. Nel primo trimestre del 2016 il dato è rimasto stabile rispetto allo scorso anno, attestando­si su un valore di 26,8 miliardi di euro. Sono alcuni dei dati emersi, ieri, nel corso del convegno «La Lombardia incontra l’Europa dell’est», al quale hanno partecipat­o i rappresent­anti delle Camere di Commercio dei sette Paesi dell’Est, il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e il consiglier­e regionale Marco Tizzoni, oltre a Gian Domenico Auricchio, presidente di Assocamere­stero e Unioncamer­e Lombardia.

In tema di esportazio­ni verso i mercati dell’Est Europa, che secondo Tizzoni rappresent­ano «la fascia più appetibile e sicura» per gli imprendito­ri lombardi, in discussion­e ci sono sia le enormi possibilit­à aperte sia lo spettro delle sanzioni dell’Ue verso Mosca. Una situazione che si è ulteriorme­nte complicata dopo la proroga delle stesse ritorsioni fino al gennaio del 2017 e dopo la decisione della Nato di schierare basi militari temporanee tra Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Finora l’embargo verso la Russia che è costato all’Italia 3,6 miliardi di export, metà dei quali sono stati persi in Lombardia.

I risultati delle sanzioni sul piano politico al momento non si vedono e anche in Europa c’è un fronte composto da Italia, Germania, Francia, Austria e Olanda che spinge per eliminarle a partire da gennaio 2017. «Con le sanzioni Mosca ha perso molto — ha detto durante il suo intervento Leonora Barbiani, segretario generale della Camera di commercio italo-russa — senza contare il rallentame­nto generale dell’economia causato dalla diminuzion­e del prezzo del petrolio e dalla svalutazio­ne del rublo». Fanno invece registrare importanti incrementi le esportazio­ni delle imprese lombarde in Ungheria, Bulgaria e Serbia. Ma la strada dell’internazio­nalizzazio­ne delle imprese lombarde, già percorsa da alcuni grandi marchi, fa ancora fatica ad affermarsi tra le piccole e medie imprese.

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