Madre e figlio da dieci mesi vivono in un’automobile Lo sfratto, gli alberghi, lo stremo. «Chiediamo aiuto»
Tutta la vita di Valentino Martucci, 30 anni, e di sua madre, Giovanna Millocca, 70, è contenuta nel baule dell’auto dal 15 settembre 2015, il giorno in cui sono stati sfrattati dal loro appartamento in via Giovio («Non per morosità — precisano — ma per un contenzioso con i proprietari») e sono diventati dei senza fissa dimora. «Sopravviviamo — racconta Valentino — tra il parcheggio del centro commerciale di Arese, dove lavoro e la camera di qualche albergo che riusciamo a permetterci raramente». La loro vita non è sempre stata così. Giovanna ha lavorato come giornalista scientifica e poi in vari uffici stampa. Sempre, però, con contratti da libero professionista. Così i contributi maturati negli anni di lavoro sono pochi, e ora la pensione è magra.
Anche Valentino ha iniziato a lavorare nel campo della comunicazione. Ma 10 mesi fa le loro esistenze vengono ribaltate. «Avevamo un contratto d’affitto temporaneo — spiega Valentino —. C’è stato un contenzioso con i proprietari, ora rinviati a giudizio. Siamo stati sbattuti fuori di casa senza una regolare sentenza». Valentino e sua madre non sono preparati all’evento. Giovanna, peraltro, in quel periodo è affetta da una momentanea cecità a causa di una cataratta.
Passano le prime settimane in albergo, spendendo ingenti somme di denaro. Le tariffe degli hotel sono ancora alte, per via di Expo. «Abbiamo chiesto un colloquio con l’assessore Pierfrancesco Majorino, che ci ha ricevuto». A Valentino viene proposto un dormitorio pubblico, a Giovanna una Rsa per anziani. I due rifiutano.
Spendono gli ultimi risparmi in albergo, poi, allo stremo, accettano una stanza offerta dal Comune in un residence sociale di Sesto San Giovanni. «La palazzina era in condizioni pietose, era un ambiente promiscuo — racconta Valentino —. A marzo tutto l’edificio è stato invaso dalle cimici, ho dovuto far ricoverare mia madre all’ospedale perché è stata letteralmente divorata dagli insetti». Quel residence venne poi fatto evacuare dalle forze dell’ordine e gli inquilini ora occupano abusivamente un’altra struttura.
Da allora Valentino e sua madre attendono un sostegno per rimettersi in piedi. «Mia madre passa le giornate in auto, con il caldo di questi giorni. Si sta ammalando». I due continuano a chiedere un aiuto al Comune, ma non trovano risposta. A novembre ci sarà la sentenza che potrebbe riportarli in via Giovio. Intanto, però, la loro casa rimane l’auto.