Corriere della Sera (Milano)

Il meglio di Alice (e di Franco Battiato)

«Viviamo in un mondo violento, dovremmo elevarci salire almeno su una sedia»

- di Raffaella Oliva

Chi ha visto Alice e Franco Battiato lo scorso marzo agli Arcimboldi, sa che la scaletta di questo tour in coppia è una carrellata di successi. «L’era del cinghiale bianco», «Per Elisa», «Centro di gravità permanente», «Il vento caldo dell’estate»: sul palco i due amici e colleghi propongono il meglio del loro repertorio. «Ma questa nuova data estiva sarà un po’ diversa», assicura Carla Bissi, in arte Alice, parlando del concerto che venerdì la vedrà di nuovo sul palco con Battiato ad Assago. Classe 1954, la cantautric­e di Forlì ha un rapporto speciale con la nostra città: «La chiamo “la mia Milano”», dice. «Ci ho vissuto tra gli anni 80 e il 2001, poi mi sono trasferita fuori Udine, dove abito tuttora. Stavo in corso Italia, mi piaceva, ma avevo un’altra età: ora la trovo faticosa, troppa gente, troppo traffico, in provincia è tutto più vicino, più semplice».

C’è una sua canzone del 1981, «Tramonto urbano», che parla proprio di Milano. «Sì, di largo Marinai d’Italia: adesso c’è un bel parco, ma all’epoca era un cantiere. L’ispirazion­e mi venne una sera in cui Franco, che abitava in via Perugino, mi disse “facciamo una passeggiat­a nel parco, così vediamo il tramonto”. Pensai fosse strano, perché il parco non c’era! Poi capii che quello che lui chiamava tramonto era diverso da quello che avevo in mente io: da ragazza, in Romagna, stavo spesso sui gradini di casa ad ammirare il sole che scendeva all’orizzonte, mentre lì non c’era un albero e il sole calava dietro ai palazzi. La canzone parla dei modi diversi in cui la stessa esperienza può essere vissuta».

Anche la locandina del tour è stata realizzata con una foto di lei e Battiato scattata negli anni 80.

«Una foto che mi ricorda un periodo stupendo e intenso, quello del fortunato duetto con Franco, “I treni di Tozeur”. Un periodo importante nel bene e nel male: persi mio padre, ma incontrai Francesco Messina, che è tuttora al mio fianco dopo 32 anni. Non so se ci sia un segreto per stare assieme così tanto, forse l’unico è cercare di innaffiare la pianta ogni giorno per non farla appassire».

Uno dei brani in scaletta è «La cura» di Battiato, del cui significat­o si è discusso molto: qual è la sua interpreta­zione?

«Per me parla di qualcosa che va al di là del rapporto uomo-donna o padre-figlio, di un amore che trascende le relazioni tra le persone, un amore che ci permea, che c’è. Lo stesso di cui ho scritto io in “Dammi la mano amore” dopo essere stata in Bosnia ed Erzegovina, all’epoca della guerra. Nel testo dico “ed anche ciò che appare più terribile acquista la sua dimensione naturale”. Perché è vero, viviamo in un mondo violento, ma dovremmo elevarci, salire almeno su una sedia, per guardare più lontano».

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 ??  ?? Affiatati Alice in concerto con Franco Battiato. «Lui mi ha insegnato che anche un tramonto dietro ai palazzoni può essere un’esperienza»
Affiatati Alice in concerto con Franco Battiato. «Lui mi ha insegnato che anche un tramonto dietro ai palazzoni può essere un’esperienza»

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